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girl in blue jacket holding red and silver ringMedicina

Entrare a Medicina 2025: semestre-filtro, trasferimenti e estero

Ti stai chiedendo “Come faccio a entrare a Medicina nel 2025 senza dover fare il test a crocette?” Vuoi sapere se basta il diploma, se esistono scorciatoie come il trasferimento o il passaggio da un altro corso, oppure se devi per forza partire per la Spagna, la Romania o la Bulgaria? In questo articolo troverai tutte le risposte: leggerai cos’è il nuovo semestre-filtro, quali crediti servono per i passaggi, dove il test privato resta obbligatorio e in quali Paesi europei puoi studiare Medicina senza l’esame italiano. Il nuovo semestre-filtro: iscrizione libera e selezione dopo 18 CFU La Legge 14 marzo 2025 n. 26 e il primo decreto attuativo (Atto Governo 263) rivoluzionano l’accesso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria: Nessun test d’ingresso al 1º semestre dell’a.a. 2025-26. Ogni diplomato può immatricolarsi. Gli iscritti seguono tre insegnamenti di base – Biologia-Genetica, Chimica-Biochimica, Fisica medica – per almeno 18 CFU complessivi. L’elenco delle “discipline qualificanti comuni” è nell’art. 5 del decreto. A gennaio 2026 sostengono gli esami del semestre; chi li supera tutti entra in una graduatoria nazionale che assegna i posti disponibili. Il MUR stima un passaggio di circa un terzo degli iscritti alla fase successiva. Al momento dell’iscrizione si sceglie obbligatoriamente un corso di riserva (Biotecnologie, Farmacia, Scienze motorie, ecc.). Se si resta fuori da Medicina, i 18 CFU vengono automaticamente convalidati in quell’altro percorso, così non si perde tempo né tasse già versate. Semestre-filtro e test non sono sinonimi: la prova a crocette sparisce, ma la selezione rimane, solo spostata a fine semestre e basata su esami veri. Trasferimento da un’altra Medicina (Italia o estero) Chi è già iscritto a Medicina in qualunque ateneo – italiano o straniero – può cambiare sede senza sostenere il test nazionale: Ogni università pubblica a giugno-luglio un bando di trasferimento con i posti rimasti vacanti in 2º, 3º, 4º anno, le date e la documentazione da presentare. Esempio: bando UniMi (3 giugno – 2 luglio 2024) per l’a.a. 2024-25. La graduatoria interna è costruita su CFU già acquisiti e media ponderata; vengono convalidati gli esami sovrapponibili per contenuti e SSD. Gli atenei privati (Humanitas, UniCamillus, ecc.) in genere esonerano i trasferiti dal loro test HUMAT/IMAT interno, purché arrivino già da Medicina. Passaggio da corsi affini: la strada dei 25 CFU Per chiedere il passaggio a Medicina senza rifare il test devi già provenire da un corso “cugino” – Biotecnologie, Biologia, Farmacia, Chimica, Professioni sanitarie o Veterinaria – ed aver maturato almeno 25 CFU convalidabili nei settori BIO/CHIM/FIS/MED; sotto questa soglia le domande vengono scartate, come recita il bando di Parma (“sono escluse le carriere con meno di 25 CFU in materie convalidabili”) (Fonte: Corsi UniPR). Possono fare domanda gli iscritti dal 2º-3º anno in poi, i laureandi e i laureati; l’ateneo redige una graduatoria basata su numero totale di CFU riconoscibili e media ponderata (per i laureati conta anche il voto di laurea). I posti disponibili derivano da rinunce e trasferimenti e vengono pubblicati ogni estate in un bando di trasferimento: l’Università di Milano, ad esempio, apre la finestra online dal 3 giugno al 2 luglio, richiede l’upload dell’autocertificazione esami e un contributo di 75 €. Se la tua carriera è convalidata per un anno successivo al primo, l’immatricolazione avviene direttamente – senza alcun quiz nazionale – e inizi a seguire le lezioni di Medicina dal semestre corrispondente. Atenei privati e corsi in inglese: il test resta Le università non statali e i corsi IMAT delle statali mantengono un esame proprietario: Humanitas University: due sessioni HUMAT online il 5 e 26 febbraio 2025 per l’a.a. 2025-26. (Fonte: Hunimed) IMAT 2025 (la prova per Medicina in inglese delle statali) è confermata a settembre 2025; data precisa da MUR entro l’estate. Unico modo per evitare questi test: arrivare in trasferimento da un altro corso di Medicina già frequentato. Studiare Medicina all’estero senza test italiano Chi preferisce studiare all’estero trova diversi corsi di Medicina senza test italiano: le università private spagnole, come la Universidad Europea, chiedono un dossier scolastico e un colloquio, con rette comprese fra 18 000 e 23 000 € l’anno (Fonte: El País); in Romania atenei come Cluj o Craiova offrono programmi in inglese senza esame d’ingresso e con tasse sui 6 000 € annui; in Bulgaria (Plovdiv, Sofia, Varna) l’accesso avviene con un breve test di Biologia/Chimica in inglese e le rette oscillano fra 7 000 e 9 000 €. I titoli conseguiti nell’Unione europea sono riconosciuti in Italia in base alla Direttiva 2005/36/CE sul mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali, per cui al rientro basta sostenere l’esame di Stato italiano per iscriversi all’Ordine dei Medici (Fonte: eur-lex.europa.eu). Domande frequenti degli studenti Posso provare il semestre-filtro più di una volta? Sì, il decreto consente fino a tre immatricolazioni totali al filtro, contando anche eventuali interruzioni degli studi. (Fonte: Documenti Camera) Quanti posti saranno disponibili al 2º semestre 2025-26? Il contingente verrà fissato dal MUR e dal Ministero della Salute a luglio 2025, in base al fabbisogno del SSN; le proiezioni tecniche indicano circa il 30 % degli iscritti al filtro. Vale la pena preparare un corso privato di “pre-filtro”? Non è obbligatorio. Il MUR pubblicherà un Syllabus nazionale entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto, per garantire programmi uniformi tra atenei. (Fonte: Documenti Camera)

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Leo Fulvio Bacchilega
A street sign hanging from the side of a buildingArma-dei-Carabinieri

Arma dei Carabinieri nei Concorsi: Storia, Funzioni e Dettagli Essenziali

Spesso, negli esercizi a risposta multipla proposti nei test di ingresso di alcune facoltà o concorsi, viene richiesto di conoscere nel dettaglio come è nata e come si è evoluta l’Arma dei Carabinieri. Qui trovi una spiegazione completa e accessibile, pensata per chi desidera imparare in modo chiaro e immediato ciò che serve per rispondere correttamente alle domande più frequenti. L’Arma dei Carabinieri e i compiti fondamentali L’Arma dei Carabinieri è una forza armata che esercita anche funzioni di polizia. Questo significa che si occupa della difesa nazionale come parte integrante delle Forze Armate e, allo stesso tempo, di ordine pubblico, prevenzione e repressione dei reati su tutto il territorio italiano. Comprendere perché si definisce “Arma” e quali sono i suoi ruoli principali è un requisito spesso presente nei test, per cui è importante padroneggiare alcuni aspetti storici e organizzativi. Origini e primi sviluppi Nel 13 luglio 1814, per volere di Vittorio Emanuele I di Savoia, fu istituito un Corpo sul modello della gendarmeria francese, inizialmente chiamato Carabinieri Reali. Nei primi documenti ufficiali si chiarivano le funzioni di base, cioè polizia giudiziaria, ordine pubblico e compiti militari. Il primo comandante fu il Generale d’Armata Giuseppe Thaon di Revel di Sant’Andrea, mentre il personale venne selezionato accuratamente dall’Armata Sarda. All’inizio, il numero di effettivi era piuttosto contenuto: si contavano 27 ufficiali e poco meno di 800 uomini tra sottufficiali e truppa. Gli ufficiali comprendevano vari gradi, dal colonnello ai sottotenenti, fino alla figura del quartiermastro, responsabile degli aspetti logistico-amministrativi. L’idea di fondo era quella di creare un reparto d’élite, con regole di arruolamento molto selettive: era necessario avere già un addestramento militare e possedere requisiti fisici e di istruzione non comuni per l’epoca. Chi si candidava, infatti, doveva saper leggere e scrivere ed avere una statura non inferiore a una determinata soglia (allora 1,75 m), piuttosto alta per gli standard del periodo. Per fare un esempio pratico in chiave più recente, ancora oggi nelle procedure di reclutamento si valuta con attenzione la capacità di comprensione e la preparazione fisica, pur con parametri adattati alle normative vigenti. Dalle prime imprese militari all’Unità d’Italia Già nei primi anni dalla fondazione, i Carabinieri si misero in luce con azioni di cavalleria ritenute fondamentali in diverse campagne militari. Il ruolo di scorta al re e di difesa territoriale ne incrementò rapidamente il prestigio. Con l’avvio dei moti risorgimentali, il Regno di Sardegna – e con esso i Carabinieri – si impegnò nelle lotte che portarono alla proclamazione del Regno d’Italia (marzo 1861). Il nuovo Stato richiedeva una presenza capillare delle forze di sicurezza, perciò l’originario Corpo dei Carabinieri fu ristrutturato in funzione delle crescenti esigenze demografiche e territoriali. Divenne una vera Arma nel 1873, qualifica che ancora oggi è un segno distintivo. In quegli anni, un’operazione molto significativa fu la lotta al brigantaggio, specialmente nelle regioni meridionali, in cui i Carabinieri si guadagnarono il nome di Benemerita. Questo soprannome venne usato in Parlamento per sottolineare i meriti acquisiti nel contrasto a un fenomeno che minacciava la stabilità del neonato Regno d’Italia. Cambiamenti e prove di coraggio nel XX secolo I Carabinieri hanno partecipato attivamente a ogni conflitto in cui è stata coinvolta l’Italia, distinguendosi in maniera spesso eroica. Nel primo dopoguerra, l’Arma ottenne la medaglia d’oro al valor militare (5 giugno 1920). Durante la Seconda guerra mondiale, diversi militari sacrificarono la propria vita in operazioni di difesa della popolazione civile. Un momento particolarmente drammatico fu l’episodio di Torre di Palidoro (23 settembre 1943), dove un vice brigadiere offrì la propria vita per salvare un gruppo di civili, e quello delle Fosse Ardeatine (24 marzo 1944), in cui caddero anche ufficiali e generali dell’Arma. Terminato il conflitto, con il referendum del 2 giugno 1946 l’Italia divenne Repubblica, e i Carabinieri persero il titolo di “Reali”, prendendo il nome definitivo di Arma dei Carabinieri. Gli anni seguenti furono segnati da interventi in conflitti sociali, nel banditismo in alcune zone del Paese e nelle prime attività antiterrorismo. Con il passare del tempo si svilupparono nuovi reparti e si riorganizzò la presenza dei Carabinieri nei grandi centri urbani, introducendo mezzi motorizzati moderni e numeri di emergenza sempre più accessibili. Negli anni Settanta, la fondazione del Nucleo speciale antiterrorismo dimostrò la volontà di contrastare il fenomeno terroristico di quegli anni in modo più efficace. Personaggi come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa seppero garantire risultati di rilievo, nonostante le significative perdite subite dall’Arma. Impegno contro la criminalità organizzata Il contrasto alle mafie divenne progressivamente uno degli impegni principali dell’Arma. Furono infatti i Carabinieri a svolgere investigazioni fondamentali, portando all’arresto di figure di spicco nelle principali organizzazioni criminali (mafia, camorra, ’ndrangheta). Dalla fine del 1990, il Raggruppamento Operativo Speciale (ROS), con sede a Roma, si occupa di attività investigative complesse, contro criminalità organizzata ed eversione. Autonomia e missioni internazionali Con la legge delega del 31 marzo 2000, n. 78, l’Arma dei Carabinieri è diventata forza armata autonoma, conquistando il diritto di avere un comandante generale proveniente dai propri ranghi. Questa nuova organizzazione ha permesso di rafforzare l’identità e la capacità di azione su tutto il territorio nazionale. Oltre a operare internamente, l’Arma partecipa a missioni di pace e sicurezza all’estero, fin dall’epoca della spedizione in Crimea (1855). Oggi, con funzioni che vanno dal controllo del rispetto dei diritti umani all’addestramento di forze di polizia locali, i Carabinieri continuano a rappresentare un punto di riferimento per la cooperazione internazionale. Aiuto alle popolazioni e valorizzazione civile Un aspetto spesso richiesto nei test di ingresso riguarda le operazioni di soccorso che i Carabinieri svolgono in occasione di catastrofi naturali. Fin dalla metà del Novecento, si sono distinti nell’assistenza alle popolazioni colpite da alluvioni, terremoti o altre emergenze. Esemplare fu, per citarne uno diverso, il rapido impiego durante nevicate eccezionali che bloccarono alcune zone montane, con la distribuzione di viveri e medicinali agli abitanti più isolati. Sono attività che, insieme alla veste militare e di polizia, confermano il carattere multidisciplinare dell’Arma.

Foto di Leo Fulvio Bacchilega
Leo Fulvio Bacchilega
city alleyway with Carabineri signage during nighttimeArma-dei-Carabinieri

Struttura e Compiti dell’Arma dei Carabinieri nei Test di Ingresso

Norme fondamentali e riconoscimento dell’Arma La struttura attuale dell’Arma è frutto di diversi provvedimenti legislativi, tra cui i decreti legislativi n. 297/2000 e n. 298/2000, che attuano la legge n. 78 del 31 marzo 2000, volta a riordinare l’Arma dei Carabinieri e ad assegnarle un rango formale come Forza Armata. Tutti questi interventi sono stati recepiti e organizzati nel Codice dell’Ordinamento Militare (d.lgs. 66/2010) e nel relativo Testo Unico Regolamento (d.P.R. 90/2010). In questo modo, è stato riconosciuto in modo ufficiale il ruolo storico svolto dai Carabinieri, inseriti a pieno titolo nelle Forze Armate e con compiti chiaramente definiti. Configurazione generale e compiti primari L’Arma dei Carabinieri rappresenta una Forza Armata con funzioni di polizia a competenza generale, perciò può operare in due ambiti fondamentali: Ambito militare: Difesa della Patria e della collettività in caso di gravi eventi come calamità naturali. Partecipazione a operazioni militari in Italia e all’estero, incluse azioni di polizia militare e supporto alla ricostituzione di forze di polizia locali nelle aree di intervento internazionale. Polizia militare per le Forze Armate italiane, incluse indagini per la giustizia militare. Sicurezza delle nostre rappresentanze diplomatiche all’estero. Supporto ad altri reparti militari in attività istituzionali, oltre al concorso al servizio di mobilitazione. Ambito di polizia: Funzioni di polizia giudiziaria, su incarico dell’Autorità Giudiziaria. Ordine pubblico e sicurezza, con compiti di prevenzione e repressione dei reati. Possibilità di intervenire come struttura operativa di protezione civile, mantenendo l’operatività nelle zone colpite da calamità e prestando soccorso alle comunità. Collocazione nell’apparato dello Stato In base alla legge, l’Arma dei Carabinieri si trova all’interno del Ministero della Difesa, al pari delle altre Forze Armate, ma opera come Forza di Polizia in modo permanente. Il Comandante Generale, figura di vertice, dipende dal Capo di Stato Maggiore della Difesa per i compiti prettamente militari, mentre per le funzioni di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica c’è una dipendenza funzionale dal Ministro dell’Interno. Aspetti tecnico-amministrativi Le questioni legate a personale, amministrazione e logistica sono coordinate dal Ministero della Difesa. Per quanto riguarda l’accasermamento e i fondi destinati al potenziamento delle Forze di Polizia, l’Arma fa riferimento al Ministero dell’Interno. Reparti specializzati e dipendenze funzionali Un tratto distintivo dei Carabinieri è la presenza di reparti specializzati, istituiti presso diversi Ministeri o Organi dello Stato, che dipendono funzionalmente dai loro rispettivi titolari per le competenze di settore: Comando Carabinieri per la Tutela della Salute (Ministero della Salute) Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente (Ministero dell’Ambiente) Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali) Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro (Ministero del Lavoro) Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari (Ministero delle Politiche Agricole) Comando Carabinieri Ministero Affari Esteri (Ministero degli Affari Esteri) Altri reparti sono operativi presso Presidenza della Repubblica, Senato, Camera, Corte Costituzionale, Corte dei Conti, Presidenza del Consiglio dei Ministri, C.N.E.L. e dipendono, di fatto, dagli stessi Organi per le attività specifiche di vigilanza, controllo o sicurezza. Dipendenze nelle organizzazioni internazionali I reparti dell’Arma presenti in Comandi e Organismi alleati, sia in Italia sia all’estero, rispondono al Capo di Stato Maggiore della Difesa (tramite i rispettivi Comandanti) o ai Capi di Stato Maggiore delle altre Forze Armate, se l’operazione è di tipo interforze. Qualifiche di polizia Per molti test, è utile ricordare che i Carabinieri possiedono qualifiche di: Ufficiale di polizia giudiziaria: Ufficiali (esclusi i Generali), Ispettori (Marescialli), Sovrintendenti e Appuntati Comandanti interinali di Stazione Agente di polizia giudiziaria: Appuntati e Carabinieri Ufficiale di pubblica sicurezza: Ufficiali e Marescialli Aiutanti quando sostituiscono i superiori nella direzione di reparti Agente di pubblica sicurezza: Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati e Carabinieri Durante le attività d’indagine, i militari dell’Arma dipendono direttamente dalla magistratura, secondo quanto previsto dal codice di procedura penale. Numeri e organizzazione interna Le leggi di riferimento stabiliscono che la forza organica (tra organico ed extraorganico) dell’Arma sia di 117.920 unità, ripartite in: Ufficiali: 3.969 Ispettori (Marescialli): 30.176 Sovrintendenti (Brigadieri): 20.352 Appuntati e Carabinieri: 63.423 Tale personale è distribuito in un’Organizzazione Centrale, Addestrativa, Territoriale, Mobile, Speciale e in altri reparti creati per compiti specifici. A livello territoriale, le Stazioni rivestono un ruolo centrale poiché rappresentano il primo punto di contatto con i cittadini.

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a couple of men standing next to motorcyclesArma-dei-Carabinieri

Struttura Gerarchica dei Carabinieri: Comando Generale e Ruoli nei Test

Quando occorre rispondere a test a risposta multipla che riguardano l’Arma dei Carabinieri, spesso si incontrano quesiti sulla sua organizzazione interna, sul Comando Generale e sui ruoli gerarchici. Capire chi risponde a chi e come è strutturata la scala dei gradi è fondamentale per non sbagliare le domande. Questa guida riassume ciò che serve sapere per superare con sicurezza l’argomento. Il Comando Generale: direzione, coordinamento e controllo Il Comando Generale è l’organo di vertice che sorveglia la direzione, il coordinamento e il controllo di tutte le attività dell’Arma. Si occupa anche di analizzare i fenomeni criminali e di gestire i reparti operativi. Nei suoi elementi principali, si possono distinguere diverse figure e uffici: Comandante Generale: Dirigente Generale responsabile dei Sistemi Informativi Automatizzati Commissione di Valutazione per l’Avanzamento Ufficio rapporti con la Rappresentanza Militare Commissione per il supporto della condizione generale del personale (attiva all’occorrenza) Segreteria Vice Comandante Generale: Ufficio del Vice Comandante Ufficio storico Museo Storico Capo di Stato Maggiore: Ufficio del Capo di Stato Maggiore Reparto Autonomo Direzione di Sanità Direzione di Amministrazione Servizio Assistenza Spirituale Sotto Capo di Stato Maggiore, da cui dipendono: Centro Nazionale Selezione e Reclutamento (CNSR) Ufficio Legislazione Centro Nazionale Amministrativo di Chieti (CNA) Stato Maggiore In pratica, il Comando Generale ha più livelli di responsabilità, ognuno dei quali si dedica a compiti specifici: dalla gestione amministrativa al reclutamento, fino agli aspetti storici e museali dell’Arma. La suddivisione del personale: i ruoli La legge stabilisce che i Carabinieri possano contare su circa 117.943 unità, distribuite su quattro ruoli principali: Ufficiali, Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati e Carabinieri. Ognuno di questi ruoli ha gradi gerarchici ben definiti, che ne scandiscono la progressione di carriera. Ufficiali Gli Ufficiali sono a loro volta classificati nei seguenti gradi: Generale di Corpo d’Armata Generale di Divisione Generale di Brigata Colonnello Tenente Colonnello Maggiore Capitano Tenente Sottotenente Ispettori Gli Ispettori comprendono: Maresciallo aiutante – sostituto ufficiale di pubblica sicurezza (che può acquisire la qualifica di luogotenente secondo le regole stabilite dalla legge) Maresciallo capo Maresciallo ordinario Maresciallo Sovrintendenti Il ruolo dei Sovrintendenti è composto da: Brigadiere capo Brigadiere Vicebrigadiere Appuntati e Carabinieri Infine, tra gli Appuntati e Carabinieri troviamo: Appuntato scelto Appuntato Carabiniere scelto Carabiniere Questa gerarchia assicura un’organizzazione interna molto precisa. Nei test, conoscere il corretto ordine dei gradi e quali funzioni competono ad ogni ruolo spesso fa la differenza tra una risposta esatta e una errata.

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Leo Fulvio Bacchilega
a street sign that reads pascal village rdTest-di-ammissione

Pressione e unità di misura: come passare da pascal a bar, atm e baria

In molti test di ingresso capita di imbattersi in domande sulla pressione, come ad esempio la sua definizione o le unità di misura più diffuse (Pascal, bar, ecc.). Qui viene spiegato in modo semplice cosa si intende per pressione, quali sono le sue principali unità di misura e come passare da un’unità all’altra, così da rispondere senza incertezze alle domande sul tema. Definizione di pressione La pressione può essere vista come il “risultato” della forza perpendicolare (o componente normale) esercitata su una superficie, divisa per l’area della superficie stessa. In formula: $$\mathrm{P}=\frac{F_n}{A}$$ Dove: $$F_n$$ è la forza misurata in newton (N) e rappresenta la componente della forza che agisce “dritta” rispetto alla superficie. A è l’area sulla quale si distribuisce la forza, solitamente in metri quadrati (m2\text{m}^2m2) se si utilizza il Sistema Internazionale. Unità di misura nel Sistema Internazionale Nel Sistema Internazionale (SI), l’unità principale per la pressione è il pascal (Pa). Un pascal è definito come un newton per metro quadrato, cioè $$1 \mathrm{~Pa}=1 \mathrm{~N} / \mathrm{m}^2$$. Altre unità di pressione: bar, atm, mmHg e torr La pressione può essere espressa in varie unità, soprattutto in ambito scientifico o pratico. Alcune di queste sono: Atmosfera (atm): fa riferimento alla pressione atmosferica a livello del mare (circa 1 atm). Millimetro di mercurio (mmHg) o torr: è spesso usato per indicare la pressione sanguigna negli esami medici. Bar: molto utilizzato in ingegneria. Corrisponde a $$10^5 \mathrm{~Pa}$$ (ossia 100,000 Pa). Baria (barie): è l’unità CGS, dove la forza si misura in dyne e l’area in centimetri quadrati (cm2^22). Equivalenze principali Per prepararsi a domande sui test di ingresso, è utile memorizzare alcune conversioni chiave: 1 atm≈760 mmHg≈1,01325 bar $$1 \mathrm{bar}=10^5 \mathrm{~Pa}$$ 1 atm≈1,01325 bar $$1 \mathrm{~Pa}=1 \mathrm{~N} / \mathrm{m}^2$$ Passaggio da pascal a baria (CGS) Nel sistema CGS, la baria (o barie) esprime la pressione come dyne per cm2^22. Per capire la relazione con il pascal (cioè N per m2^22), bisogna ricordare che: $$1 \mathrm{~N}=10^5 \text { dyne }$$ $$1 \mathrm{~m}^2=\left(10^2 \mathrm{~cm}\right)^2=10^4 \mathrm{~cm}^2$$ Quindi: $$1 \mathrm{~Pa}=1 \frac{\mathrm{~N}}{\mathrm{~m}^2}=1 \frac{\left(10^5 \text { dyne }\right)}{\left(10^4 \mathrm{~cm}^2\right)}=\frac{10^5}{10^4} \frac{\mathrm{dyne}}{\mathrm{~cm}^2}=10 \text { barie }$$ e viceversa: 1 baria=0,1 Pa Esempio pratico Un manometro registra la pressione di un fluido pari a 2 bar. Per convertire in Pascal, basta ricordare la regola: $$2 \mathrm{bar}=2 \times 10^5 \mathrm{~Pa}=2,0 \times 10^5 \mathrm{~Pa}$$ Se, invece, si desiderasse il corrispettivo in atm, sapendo che 1 atm≈1,01325, si calcola: 2 bar÷1,01325 bar/atm≈1,97 atm Prova alcuni esercizi con TestBuddy Hai compreso come passare dai Pascal ai bar, dagli atm ai mmHg e vuoi evitare errori di conversione nel tuo prossimo test d’ingresso? TestBuddy è la piattaforma perfetta per perfezionare questi argomenti con esercitazioni personalizzate, simulazioni reali e un assistente virtuale sempre disponibile. Basta teoria a memoria: acquisisci praticità e velocità di calcolo. Prova TestBuddy e scopri quanto è facile rendere ogni formula un punto in più in graduatoria!

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Leo Fulvio Bacchilega
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Volume e conversioni: da metri cubi a litri nei test di ingresso

Nei test di ingresso può capitare di dover convertire il volume di un oggetto o di un contenitore da metri cubi a litri, oppure di riconoscere l’equivalenza tra 1 litro e 1 decimetro cubo. Queste domande sono frequenti quando si affrontano esercizi sulle grandezze fisiche e le loro trasformazioni. Qui vediamo in modo semplice quali sono le principali unità di misura del volume e come fare le conversioni necessarie. Unità di misura del volume Il volume è lo spazio che un sistema (liquido, solido o gas) occupa. Le due unità di misura più comuni sono: Metri cubi ($$\mathrm{m}^3$$) nel Sistema Internazionale. Litri (L), ampiamente utilizzati nella vita quotidiana e in molte applicazioni scientifiche. Tra queste due unità, il rapporto è: $$1 \text { litro }=1 \mathrm{~L}=1 \mathrm{dm}^3=10^{-3} \mathrm{~m}^3$$ Ciò significa che: $$1 \mathrm{~m}^3=1000 \mathrm{~L}$$ Esempio pratico Supponiamo di avere un contenitore cubico con lato di 50 cm (nuovo esempio rispetto a quello nei libri). Vogliamo sapere quanti litri di gas può contenere. Convertire la lunghezza del lato in metri: 50cm=0,50m Calcolare il volume in $$\mathrm{m}^3$$: $$V=(0,50 \mathrm{~m})^3=0,50^3 \mathrm{~m}^3=0,125 \mathrm{~m}^3$$ Convertire in litri: $$0,125 \mathrm{~m}^3 \times 1000 \frac{\mathrm{~L}}{\mathrm{~m}^3}=125 \mathrm{~L}$$ Quindi, il contenitore può contenere 125 litri di gas. Passaggi fondamentali per i test Quando in un esercizio di conversione vi chiedono di passare da $$\mathrm{m}^3$$ a litri (o viceversa), tenete bene a mente che $$1 \mathrm{~m}^3=1000 \mathrm{~L}$$. Se, invece, avete a che fare con centimetri cubi $$\left(\mathrm{cm}^3\right)$$, ricordate che $$1 \mathrm{~cm}^3=$$ 1 millilitro (mL) e 1000 mL = 1 L. Allenati con TestBuddy Hai appena visto come passare velocemente dai metri cubi ai litri e viceversa? Metti subito alla prova queste competenze su TestBuddy! Prova le esercitazioni personalizzate per allenarti sulle unità di misura e sui calcoli più comuni, monitora i tuoi errori e visualizza i progressi con statistiche chiare. Non è solo pratica: troverai simulazioni complete, un assistente virtuale 24/7 e lezioni teoriche approfondite per consolidare ogni argomento. Prova TestBuddy e rendi ogni conversione un punto in più nel tuo test!

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