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Forza Peso: differenza tra massa e peso nei Test di Ingresso

In molti test di ingresso compare la domanda su come calcolare il peso di un corpo, distinguendo questa grandezza dalla sua massa. Spesso vengono proposti esercizi che coinvolgono la formula P = m · g, dove g rappresenta l’accelerazione gravitazionale terrestre, approssimata a 9,8 m/s². Di seguito si chiariscono i concetti fondamentali da ricordare. Definizione di forza peso La forza peso (indicata con P) è la forza che agisce su un corpo in prossimità della superficie terrestre, generata dall’attrazione gravitazionale. In formule: $$\mathbf{P}=m \mathbf{g}$$ dove: m è la massa del corpo, in chilogrammi; g è l’accelerazione gravitazionale (~9,8 m/s² in prossimità della superficie terrestre); P si misura in newton (N). Massa e peso: due grandezze diverse La massa è una proprietà intrinseca dell’oggetto, indipendente da dove si trovi. È una grandezza scalare espressa in chilogrammi (kg). Il peso, invece, dipende dal campo gravitazionale. Se ci si sposta su un altro pianeta o sulla Luna, il valore di g cambia, quindi cambia anche il peso. Non cambia, invece, la massa. Esempio di un esercizio e applicazione formule Si consideri un oggetto con massa pari a 3 kg. Sulla Terra, la forza peso si ricava con: $$P=3 \mathrm{~kg} \times 9,8 \mathrm{~m} / \mathrm{s}^2=29,4 \mathrm{~N}$$ Su un pianeta immaginario con un’accelerazione gravitazionale di 6 m/s², lo stesso oggetto peserebbe: $$P_{\text {altro pianeta }}=3 \mathrm{~kg} \times 6 \mathrm{~m} / \mathrm{s}^2=18 \mathrm{~N}$$ La massa resta 3 kg, ma il peso risulta minore. Unità di misura Massa (m) in kg. Peso (P) in N (newton). Per avere un riferimento numerico, 1 N è circa la forza con cui la Terra attrae una massa di 0,102 kg (poco più di 100 g). Stai già facendo esercizi? Se desideri esercitarti su questi concetti ed essere pronto ad affrontare qualsiasi domanda su massa e peso nei test di ammissione, TestBuddy è il supporto giusto. Con un simulatore ricco di migliaia di quesiti e banche dati ufficiali, potrai allenarti in modo mirato su formule come P = m · g e monitorare i tuoi progressi attraverso statistiche avanzate. Inoltre, l’assistente virtuale Buddy è disponibile 24/7 per fornirti consigli personalizzati e chiarimenti immediati. Iscriviti ora a TestBuddy e trasforma lo studio in un percorso più semplice ed efficace!

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Leo Fulvio Bacchilega
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Momento di una Forza: Calcolo ed Effetti Rotazionali nei Test di Ingresso

Nei test di ingresso in ambito fisico, capita che venga richiesto come si calcola il momento di una forza rispetto a un punto o a un asse, oppure di riconoscere quando una forza genera una rotazione. Qui si trovano le informazioni indispensabili per affrontare esercizi di questo tipo, basati sul concetto di torque o momento. Definizione e formula del momento Il momento di una forza (indicato spesso con τ\o M) misura la capacità della forza di provocare o impedire una rotazione. Si definisce come prodotto vettoriale tra il vettore posizione r\mathbf{r}r, che va dal punto di rotazione all’applicazione della forza, e la forza F. In modulo: $$|\tau|=r \cdot F \cdot \sin (\theta)$$ dove: r è la distanza tra il punto di rotazione e la linea d’azione della forza, F è l’intensità della forza, $$\theta$$ è l’angolo tra i vettori r e F Se la direzione della forza è perpendicolare a r, θ\thetaθ = 90°, sin⁡(90∘) = 1 e la formula diventa τ = r⋅F. Braccio della forza Il braccio (b) è la distanza perpendicolare dall’asse di rotazione alla direzione della forza. Se si conosce b, si scrive: $$|\tau|=b \cdot F$$ Il prodotto tra la forza e il braccio determina l’effetto di rotazione. Verso e segno del momento Il verso di τ\mathbf{\tau}τ è perpendicolare al piano di rotazione definito da r\mathbf{r}r e F\mathbf{F}F. Una rotazione può essere considerata antioraria (con asse uscente dal piano) o oraria (con asse entrante nel piano), a seconda della convenzione scelta. Esempio con valori diversi Si immagini un’asta di lunghezza 1,2 m, incernierata a un’estremità, su cui agisce una forza di 15 N perpendicolare all’asta, a 0,80 m dal punto di rotazione. Il braccio risulta 0,80 m: $$\tau=0,80 \mathrm{~m} \times 15 \mathrm{~N}=12 \mathrm{~N} \cdot \mathrm{~m}$$ Questo valore rappresenta il momento (o torque) generato dalla forza. Sistemi di forze Un sistema di più forze può produrre una resultante nulla e tuttavia esercitare un momento complessivo non nullo, in grado di ruotare un corpo esteso. Al contrario, si può avere un momento complessivo nullo se le tendenze a ruotare si compensano a vicenda. Hai ancora dubbi? Se vuoi approfondire i concetti appena letti e metterti alla prova con quesiti specifici sul momento di una forza (e su molti altri argomenti di fisica), TestBuddy è la piattaforma che fa per te. Avrai a disposizione un simulatore avanzato, lezioni teoriche interattive e migliaia di domande aggiornate per studiare in modo mirato. Inoltre, grazie al tutor virtuale Buddy, potrai chiarire i tuoi dubbi 24/7 e ricevere consigli personalizzati sulle aree in cui hai più bisogno di migliorare. Accedi subito a TestBuddy e preparati al meglio per il tuo test di ammissione!

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Leo Fulvio Bacchilega
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Esercizi e teoria sulle leve per i Test di Ingresso

Negli esercizi di fisica applicata che compaiono nei test di ingresso, può essere richiesto di classificare la leva in base alla posizione del fulcro, della forza motrice e della resistenza, nonché di determinare la relazione tra i bracci e le forze in equilibrio. Qui si propone una spiegazione chiara di ciò che conviene ricordare per rispondere correttamente. Struttura e specie di leve Una leva è un’asta rigida capace di ruotare attorno a un punto fisso detto fulcro. Le due forze in gioco sono: Forza motrice (Fm), che tende a imprimere il movimento. Forza resistente (Fr), che si oppone al movimento. La distanza dal fulcro al punto di applicazione di ciascuna forza è detta braccio: bm per la forza motrice. br per la forza resistente. Le leve si classificano in: Prima specie: fulcro tra Fm e Fr (esempio: forbici). Seconda specie: resistenza tra fulcro e forza motrice (esempio: schiaccianoci). Terza specie: forza motrice tra fulcro e resistenza (esempio: braccio umano). Condizione di equilibrio Quando la leva è in equilibrio, la somma dei momenti rispetto al fulcro è niente. Per due forze contrapposte si scrive: $$F_m \cdot b_m=F_r \cdot b_r$$ Se questa relazione è rispettata, la leva non ruota. Esempio con dati diversi Si consideri una leva di prima specie con fulcro a 20 cm dal punto di applicazione della forza motrice e a 30 cm dalla forza resistente. Se la forza motrice è 10 N, la forza resistente necessaria per mantenere l’equilibrio è: $$F_m \cdot b_m=F_r \cdot b_r \quad \Longrightarrow \quad 10 \mathrm{~N} \times 0,20 \mathrm{~m}=F_r \times 0,30 \mathrm{~m}$$ $$F_r=\frac{10 \times 0,20}{0,30}=\frac{2}{0,30} \approx 6,67 \mathrm{~N}$$ Vuoi fare altri esercizi? Se vuoi assicurarti di comprendere a fondo il funzionamento delle leve e di altre macchine semplici prima di affrontare il test di ammissione, TestBuddy è la soluzione su misura per te. Tra migliaia di quesiti spiegati, simulazioni realistiche e l’innovativo tutor virtuale Buddy, potrai verificare passo dopo passo la tua comprensione e correggere eventuali lacune in tempo reale. Gestisci il tuo studio con esercitazioni personalizzate, valuta i progressi nelle statistiche avanzate e resta motivato con un sistema di punteggi e simulazioni sempre aggiornate. Prova TestBuddy ora e metti subito in leva la tua preparazione!

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Piano Inclinato: Come Calcolare la Forza Motrice nei Test di Ingresso

Nei test di ingresso, può capitare una domanda sul piano inclinato, per verificare se si conosce come scomporre la forza peso e calcolare la forza motrice necessaria a mantenere l’equilibrio o a sollevare un oggetto lungo il piano. Ecco ciò che conviene sapere per affrontare gli esercizi in modo sicuro. Struttura del piano inclinato Un piano inclinato ha lunghezza l e dislivello h rispetto all’orizzontale. Un corpo di massa m poggiato sul piano è sottoposto a una forza peso P=m⋅g diretta verticalmente. Questa forza si scompone in: P1: componente ortogonale al piano (bilanciata dalla reazione vincolare). P2: componente parallela al piano, che tende a far scivolare il corpo verso il basso. Forza da applicare per l’equilibrio La forza motrice Fm, disposta parallelamente al piano (e diretta verso l’alto), deve equilibrare la componente parallela del peso. In un approccio geometrico, se l’oggetto è in equilibrio, si ottiene una relazione del tipo: $$F_m=F_r \cdot \frac{h}{l}$$ dove Fr è il peso del corpo (o meglio, la forza resistente effettiva), h l’altezza del piano, l la lunghezza della superficie inclinata. In ambito trigonometrico, se α è l’angolo di inclinazione con l’orizzontale, allora la componente parallela del peso risulta: $$F_m=m g \sin (\alpha)$$ Vantaggio meccanico Il piano inclinato è spesso detto macchina vantaggiosa: a parità di lavoro, si può usare una forza minore Fm per sollevare il carico, a patto di aumentare la distanza lungo la quale si esercita la forza (cioè la lunghezza l del piano). Il vantaggio si misura con il rapporto l / h. Più l è grande rispetto a h, più piccola risulta la forza Fm necessaria. Esempio con dati diversi Si ipotizzi un piano inclinato lungo 3 m, con un dislivello di 1 m, su cui è posto un oggetto di massa 5 kg. Se per mantenerlo in equilibrio serve una forza F<sub>m</sub> parallela al piano, geometricamente si può scrivere: $$F_m=m g \times \frac{h}{l}=5 \times 9,8 \times \frac{1}{3} \approx 16,3 \mathrm{~N}$$ Se si preferisce la via trigonometrica, si calcola α come $$\sin (\alpha)=h / l=1 / 3$$, da cui $$\alpha \approx 19,47^{\circ}$$, e si ottiene lo stesso risultato usando $$m g \sin (\alpha)$$. TestBuddy e gli esercizi di fisica Se vuoi padroneggiare la fisica del piano inclinato (e non solo) in vista del tuo test di ammissione, TestBuddy è la piattaforma ideale. Con migliaia di quesiti aggiornati, simulazioni personalizzabili e un tutor virtuale basato su intelligenza artificiale, avrai a disposizione tutto ciò che ti serve per consolidare le nozioni appena lette e allenarti in modo efficace. Dalle esercitazioni rapide al ripasso degli errori, fino alle statistiche di avanzamento che ti mostrano dove migliorare, TestBuddy ottimizza il tuo studio e ti segue passo dopo passo. Accedi ora, sfrutta il vantaggio di un piano inclinato digitale su misura per te e avanza spedito verso l’obiettivo: superare il test di ammissione!

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Momento angolare: Formule e Conservazione nei Test di Ingresso

Può capitare di trovare quesiti sul momento angolare all’interno dei test di ingresso, soprattutto in relazione al moto circolare o alle variazioni di velocità angolare. Qui vengono evidenziati i concetti principali e le formule utili per gestire questi esercizi. Definizione di momento angolare Il momento angolare di un corpo di massa mmm che si muove con quantità di moto p=mv, rispetto a un punto O, si definisce come il prodotto vettoriale tra il vettore posizione r (dal punto O al punto in cui si trova il corpo) e la quantità di moto p. In formula: $$\mathbf{L} = \mathbf{r} \times \mathbf{p} \quad \text{oppure} \quad \mathbf{L} = m\, \mathbf{r} \times \mathbf{v}$$ Se il moto è circolare con il raggio r perpendicolare alla velocità v\mathbf{v}v, allora: $$L=m r^2 \omega$$ dove ω è la velocità angolare. Talvolta questa scrittura è indicata anche come $$\mathbf{L}=I \omega$$ in cui $$I = m r^2$$ è il momento d’inerzia del corpo puntiforme rispetto all’asse di rotazione. Conservazione del momento angolare Se non agiscono momenti esterni sul sistema (cioè coppie di forze capaci di generare una variazione di L, il momento angolare totale si conserva. Questo spiega fenomeni come: Un pattinatore che, avvicinando le braccia al busto, diminuisce il suo momento d’inerzia e aumenta la velocità di rotazione per mantenere costante L. Una girandola o una trottola che ruota senza subire attriti esterni, continuando a girare con momento angolare invariato. Esempio con dati diversi Immaginiamo una pattinatrice di massa 50 kg che ruota su se stessa con velocità angolare iniziale $$\omega_1=4 \mathrm{rad} / \mathrm{s}$$. Il suo momento d’inerzia iniziale è $$I_1$$​. Quando porta le braccia vicino al corpo, il momento d’inerzia si riduce a $$I_2=\frac{1}{2} I_1$$. In assenza di momenti esterni, L si conserva: $$I_1 \omega_1=I_2 \omega_2$$ $$\omega_2=\frac{I_1}{I_2} \omega_1=\frac{I_1}{\frac{1}{2} I_1} \times 4 \mathrm{rad} / \mathrm{s}=2 \times 4=8 \mathrm{rad} / \mathrm{s}$$ La velocità angolare raddoppia. Vuoi metterti alla prova? Se vuoi davvero consolidare quanto hai appena studiato e arrivare al test di ammissione al massimo della forma, TestBuddy può darti quel vantaggio in più. Con questa piattaforma all-in-one hai a disposizione oltre 30.000 quesiti, banche dati ufficiali e simulazioni mirate su ogni argomento (compresi il moto circolare e il momento angolare). Il tutto è accompagnato da un manuale digitale completo, dal tutor virtuale Buddy disponibile 24/7 e da statistiche avanzate che ti permettono di monitorare i tuoi progressi in tempo reale. Sfrutta le esercitazioni personalizzate e i suggerimenti mirati per colmare le tue lacune e risparmiare tempo prezioso: iscriviti a TestBuddy e assicurati la preparazione perfetta per il tuo prossimo test!

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Guida Pratica: come gestire e programmare un’unità di Apprendimento?

La didattica moderna impone di avere una visione diametralmente opposta a quella del passato, dove ogni lezione di ogni differente materia costituiva un compartimento stagno; oggi più che mai è importante valorizzare le competenze trasversali, anche in un’ottica di future competenze lavorative e imprenditoriali Esempi di Unità di Apprendimento per la Scuola Secondaria: Come fare? L’Unità Didattica di Apprendimento (UDA) per competenze si configura come un percorso formativo interdisciplinare strutturato con l’obiettivo di potenziare specifiche capacità (e competenze in via di acquisizione, per quelli che magari possono essere i soggetti in maggiore difficoltà) degli studenti. Questo approccio metodologico richiede un’attenta pianificazione da parte non solo dei docenti, ma di tutti vari stakeholder che potenzialmente sono coinvolti nel processo di programmazione della didattica; è necessario collaborare sinergicamente per identificare le competenze chiave da sviluppare e definire il prodotto finale più adatto al tema trattato. Solo attraverso una progettazione accurata e attenta alle esigenze della classe sarà possibile garantire un percorso di apprendimento ordinato ed efficace, in grado di condurre a una valutazione coerente del lavoro svolto. Le competenze individuate possono essere di natura generale, legate al macro-tema dell’UDA, oppure specifiche, riferite alle singole discipline che concorrono alla costruzione dell’asse formativo. Questa doppia dimensione consente di strutturare un percorso che, da un lato, favorisce un apprendimento interdisciplinare e, dall’altro, permette di approfondire aspetti peculiari di ogni materia. Strutturazione di un’UDA per competenze: Come procedere? L’elaborazione di un’UDA per competenze segue una serie di fasi ben definite. Il primo step consiste nell’analisi del contesto classe e nella valutazione dei prerequisiti necessari per affrontare il tema scelto. Sarebbe un po’ strano proporre ad esempio un lavoro dove è necessario utilizzare competenze di fisica o chimica senza aver già acquisito le basi delle materie. Successivamente, vengono stabiliti gli obiettivi di apprendimento, i metodi e gli strumenti didattici da impiegare, nonché i criteri di valutazione dell’elaborato finale. Un aspetto centrale di questo processo è la definizione degli obiettivi formativi. Poiché l’intero percorso è costruito intorno allo sviluppo delle competenze, la progettazione deve seguire una struttura chiara e progressiva, articolata in step intermedi finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo conclusivo. Si parte dall’individuazione delle competenze chiave, che sono comuni a tutte le discipline e fondamentali per l’apprendimento permanente, per poi passare a quelle trasversali (ad esempio, l’acquisizione di un metodo di studio e l’imparare a imparare), che connettono tra loro diversi ambiti formativi. Infine, si arriva alla definizione degli specifici obiettivi di apprendimento delle singole materie, delineando un quadro organico e strutturato che guida gli studenti lungo un percorso di crescita mirato e consapevole. Un’applicazione pratica di Unità di Apprendimento per una classe di Liceo Di seguito proponiamo un esempio pratico di come è stata strutturata un’Unità di Apprendimento in una scuola secondaria di secondo grado.  A questo link è possibile reperire un’UdA effettivamente svolta presso un Liceo.  Possiamo identificare alcuni interessanti punti che ci permetteranno di redigere un’UdA coerente. In primis, vengono identificate le competenze chiave e trasversali che ci si propone di fare acquisire: notiamo come molte non si limitino a competenze utili prettamente alla vita scolastica, ma che anzi si rivolgono anche al futuro degli studenti, come ad esempio l’educazione all’imprenditorialità, la capacità di lavorare in gruppo (ed eventualmente assegnare e dividere i compiti in funzione delle abilità individuali), o anche lo sviluppo delle competenze digitali (anche in funzione, ad esempio di quella che può essere la capacità di trovare affermazioni attendibili in rete). Ovviamente per poter essere in grado di sviluppare e applicare determinate competenze, è necessario essere in possesso di determinate conoscenze pregresse, che devono essere esplicitate e divise per singola materia, con precisa indicazione delle conoscenze previste. Nel redigere un’UdA, è necessario anche specificare quali sono le metodologie didattiche che si intende utilizzare: può essere l’occasione perfetta per superare, perlomeno nelle occasioni che lo permettono, il concetto “classico” della didattica frontale e utilizzare metodologie innovative, quali ad esempio la flipped classroom. Possono acquisire importanza, specialmente per Unità con tempistica di svolgimento più lunghe o con obiettivi sfidanti e/o particolari, la suddivisione in fasi distinte, anche prevedendo lo svolgimento di attività esterne al di fuori di quello che è l’ambiente classe (laboratorio, uscita didattica, incontro con esperto..). E’ importante in fase di svolgimento dell’UdA documentare in maniera coerente le attività svolte e gli eventuali traguardi raggiunti, nonché la tempistica necessaria. E’ importante annotare quali metodologie sono state impiegate poiché in fase di valutazione e di autovalutazione da parte degli studenti è possibile identificare quelle che sono state le strategie migliori per raggiungere l’obiettivo che ci si era prefissati.

Foto di Stefano Olivieri
Stefano Olivieri

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