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Come diventare igienista dentale: percorso, lavoro e retribuzione

L'igienista dentale è una figura professionale sempre più richiesta nel settore sanitario, con un ruolo chiave nella prevenzione e nella cura della salute orale. Si tratta di un professionista specializzato che opera in collaborazione con odontoiatri e chirurghi, contribuendo al mantenimento dell’igiene e della salute dentale dei pazienti. Scopri il percorso formativo necessario per intraprendere questa carriera, i dettagli sull’ammissione al corso di laurea, le competenze richieste, gli sbocchi lavorativi e la retribuzione media di questa professione. Chi è e Cosa Fa un Igienista Dentale? L'igienista dentale è un professionista sanitario che si occupa della prevenzione e del trattamento delle patologie del cavo orale, operando su indicazione dell'odontoiatra o del medico chirurgo abilitato all’odontoiatria. Questa figura è regolamentata dal Decreto Ministeriale 137 del 1999, il quale ne definisce i compiti e le responsabilità. Tra le sue principali attività rientrano: Educare il paziente all'igiene orale e alla prevenzione delle malattie dentali Effettuare la rimozione della placca batterica e l’ablazione del tartaro Applicare soluzioni sigillanti e fluoro per prevenire la carie Supportare gli odontoiatri nelle terapie parodontali Pur essendo un professionista sanitario, l'igienista dentale non è un medico e non può eseguire interventi chirurgici, otturazioni, estrazioni dentali o altre procedure riservate esclusivamente agli odontoiatri.   Differenza tra Igienista Dentale e Assistente Dentale È importante non confondere l’igienista dentale con l’assistente dentale. Igienista Dentale Assistente Dentale Laureato in Igiene Dentale (3 anni) Non laureato, ha seguito un corso post-diploma Professionista sanitario abilitato Figura di supporto all'odontoiatra Si occupa della prevenzione e igiene orale Assiste il dentista durante le procedure Opera direttamente sui pazienti Non esegue trattamenti, ma fornisce supporto operativo Come Diventare Igienista Dentale: Percorso di Studi Per esercitare la professione di igienista dentale è necessario seguire un percorso formativo specifico che prevede i seguenti passaggi: 1. Conseguire il Diploma di Maturità Non è richiesto un titolo specifico (scientifico, tecnico o umanistico), ma una solida preparazione nelle materie scientifiche può agevolare l’ingresso all’università. 2. Superare il Test di Ammissione alle Professioni Sanitarie Il corso di laurea in Igiene Dentale è a numero chiuso, quindi è obbligatorio sostenere e superare il test di ingresso per le professioni sanitarie, che si tiene ogni anno a settembre. Il test è composto da 60 domande a risposta multipla, suddivise in: Biologia (23 domande) Chimica (15 domande) Matematica e Fisica (13 domande) Logica e Ragionamento Critico (5 domande) Comprensione del testo (4 domande) La graduatoria non è nazionale, ma varia in base all’ateneo scelto. Anche le domande possono variare da ateneo ad ateneo, in quanto il corso non è ad accesso programmato nazionale ma locale. Da ciò ne deriva che il punteggio richiesto per l’accesso è differente in ogni singolo ateneo. Il punteggio del test di professioni sanitarie è calcolato in questo modo: - +1,5 punti per ogni risposta esatta - 0 punti per risposta non data - -0,4 punti per ogni risposta sbagliata Una piattaforma come TestBuddy può essere un alleato importante per superare con un punteggio sufficientemente alto il test di professioni sanitarie e permettere l’accesso al corso di Laurea. 3. Frequentare il Corso di Laurea in Igiene Dentale Il corso ha una durata di tre anni e prevede: - Lezioni teoriche in microbiologia, patologia orale, igiene e profilassi dentale: ovviamente l’intero programma è focalizzato sul cavo orale - Esercitazioni pratiche in laboratorio con le attrezzature specifiche - Attività di tirocinio presso strutture sanitarie convenzionate Al termine del percorso, con la discussione della tesi di laurea, si consegue il titolo di Dottore in Igiene Dentale, che ha valore di esame di Stato abilitante alla professione. Il codice identificativo del Corso di Laurea e L/SNT3. 4. Iscrizione all’Albo Professionale Per esercitare la professione è obbligatoria l’iscrizione all’Albo degli Igienisti Dentali, che fa parte della Federazione Nazionale TSRM e PSTRP, insieme alle altre Professioni Sanitarie regolamentate. Dove studiare Igiene Dentale in Italia Le università italiane che offrono il corso di laurea in Igiene Dentale sono diverse, sia pubbliche che private. Alcuni degli atenei più noti sono: Università di Milano Università di Bologna Università di Roma "La Sapienza" Università di Torino Università di Padova Università di Napoli Federico II Università di Parma (corso anche in inglese) Ogni anno, il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) stabilisce il numero di posti disponibili per ciascun ateneo. Dove Può Lavorare un Igienista Dentale? Dopo la laurea, un igienista dentale può lavorare in diverse strutture, sia pubbliche che private: - Strutture sanitarie pubbliche (tramite concorso) - Cliniche private e studi dentistici - Scuole e progetti di educazione sanitaria -  In regime di libero professionista con un proprio studio e propria partita IVA Il titolo conseguito in Italia è riconosciuto in tutti i paesi dell’Unione Europea, grazie alla normativa comunitaria, offrendo possibilità di carriera anche all’estero.   Retribuzione: Quanto Guadagna un Igienista Dentale? Lo stipendio di un igienista dentale varia in base all’esperienza e alla sede lavorativa: - Settore pubblico: tra 1.200€ e 1.500€ al mese, in quanto viene applicato il CCNL del comparto Sanità, che prevede opportune retribuzioni per lavoro straordinario e scatti di carriera; - Settore privato: dai 1.500€ ai 2.000€ mensili, con possibilità di aumenti in base all’esperienza; - Libera professione: in base ai pazienti trattati, con guadagni anche superiori a 3.000€ al mese,  ma ovviamente un maggior rischio d’impresa Gli stipendi possono variare sensibilmente da regione a regione e in base al tipo di contratto (part-time o full-time).

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Stefano Olivieri
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Come diventare Tecnico di Radiologia: Guida Completa 2025

Accesso al Corso di Laurea in Tecniche di Radiologia Medica Per diventare Tecnico di Radiologia è necessario superare con successo il test di ingresso obbligatorio per accedere al corso di laurea triennale in Tecniche di Radiologia Medica, per Immagini e Radioterapia, attivo presso diverse università statali e private in Italia. Test di Ingresso negli Atenei Pubblici Il test di ingresso nelle università pubbliche rientra nella prova di ammissione per le Professioni Sanitarie, che si svolge lo stesso giorno in tutta Italia. Tuttavia, la formulazione del test varia da ateneo ad ateneo, poiché ciascuna università può scegliere a quale ente affidare la preparazione delle domande (CINECA, Selexi o altri). Ricorda che in molti casi potrebbe esserti richiesto di formulare una graduatoria con varie preferenze nel caso non riuscissi ad entrare nel corso di laurea che hai indicato come prima scelta. La prova consiste in 60 domande a risposta multipla da completare in 100 minuti, suddivise come segue: 4 quiz di competenze di lettura e cultura generale 5 quiz di ragionamento logico 23 quiz di biologia 15 quiz di chimica 13 quiz di matematica e fisica Il punteggio è così calcolato: +1,5 punti per ogni risposta esatta 0 punti per risposta non data -0,4 punti per ogni risposta errata Test di Ingresso negli Atenei Privati Anche le università private prevedono il test di ingresso, con struttura simile a quella degli atenei pubblici. Le date e le modalità variano in base all’ateneo, con sessioni ordinarie e straordinarie. Tra le principali università private con il corso di laurea attivo ci sono: Campus Bio-Medico di Roma Cattolica del Sacro Cuore Humanitas University UniCamillus di Roma (corso erogato in inglese) Percorso di Studi per diventare Tecnico di Radiologia Il corso di laurea triennale in Tecniche di Radiologia Medica, per Immagini e Radioterapia ha una durata di tre anni e prevede lezioni teoriche, laboratori pratici e tirocini formativi. Circa un terzo delle ore complessive del corso è dedicato al tirocinio pratico presso strutture sanitarie convenzionate, dove gli studenti acquisiscono esperienza diretta nell’utilizzo di apparecchiature diagnostiche. Nel percorso di studi acquisiscono particolare importanza soprattutto gli esami dedicati alla fisica, soprattutto per la parte dedicata alle radiazioni e all’elettromagnetismo, senza tralasciare l’anatomia e la fisiologia, necessarie per comprendere le basi della medicina nucleare. Al termine del percorso di studi è prevista la discussione di una tesi di laurea. La laurea è abilitante alla professione, pertanto non è necessario sostenere ulteriori esami di abilitazione. Che differenza c’è fra tecnico di radiologia e radiologo? Il percorso di formazione è completamente diverso: infatti, il radiologo è un laureato in medicina e chirurgia, mentre il tecnico di radiologia ha conseguito un percorso di studi nel campo delle professioni sanitarie della durata di tre anni. Compito principale del medico radiologo è quello di interpretare e refertare i risultati degli esami radiologici (TC, RM, PET..) che, sono per l’appunto eseguiti dal tecnico di radiologia. Un’altra figura professionale impiegata in questo campo è il medico nucleare: funzione principale di questo specialista è quella di consigliare e assistere a terapie che coinvolgono l’uso di radiazioni, soprattutto nel campo delle cure oncologiche e recentemente anche nella chirurgia di precisione. Iscrizione all’Albo Professionale Dopo aver conseguito la laurea, è obbligatoria l’iscrizione all’Albo dei Professionisti sanitari FNO TSRM e PSTRP, nell’apposito elenco dei tecnici di radiologia, requisito essenziale per esercitare la professione. L’iscrizione permette di lavorare presso strutture pubbliche, private o come libero professionista. Competenze e Mansioni del Tecnico di Radiologia Il Tecnico di Radiologia è un operatore sanitario specializzato nell’esecuzione di esami diagnostici con l’utilizzo di: Radiazioni ionizzanti Energie termiche Ultrasuoni Risonanza magnetica nucleare Il professionista è responsabile del corretto funzionamento delle apparecchiature, della protezione fisica e dosimetrica dei pazienti e del rispetto delle norme di sicurezza. Retribuzione Tecnico di Radiologia Lo stipendio medio di un Tecnico di Radiologia in Italia è di circa €18.000 annui per chi lavora in strutture private ed è alle prime esperienze. Con maggiore esperienza, la retribuzione può salire fino a €26.000 - 30.000 annui, a cui si possono aggiungere benefit come l’assicurazione sanitaria. Nella sanità pubblica è prevista un’apposita indennità di rischio radiologico. Come Prepararsi al Test di Ingresso per le Professioni Sanitarie Per affrontare al meglio il test di ammissione è consigliabile: Studiare su manuali specifici per le Professioni Sanitarie Esercitarsi con i quiz degli anni precedenti, in quanto sono un ottimo supporto per comprendere il reale livello di difficoltà dei test Utilizzare sistemi avanzati come TestBuddy, che permettono di monitorare in maniera costante i propri progressi e migliorare sugli argomenti più sfidanti Gli argomenti principali da studiare sono i seguenti: Biologia: chimica dei viventi, struttura della cellula, genetica Chimica: struttura dell’atomo, legami chimici, reazioni chimiche Fisica: cinematica, dinamica, termologia Matematica: algebra, geometria, probabilità e statistica Logica e cultura generale Iscrizione al Test di Ammissione per Tecnico di Radiologia Per iscriversi al test presso le università pubbliche è necessario consultare i bandi di concorso pubblicati dagli atenei tra luglio e agosto, con scadenze generalmente entro i primi giorni di settembre. La procedura prevede: Registrazione online sul sito dell’università Scelta delle preferenze per i corsi di laurea Pagamento di una quota di partecipazione (da €25 a €100 circa a seconda dell’ateneo) Conclusioni Diventare Tecnico di Radiologia richiede impegno e dedizione, ma offre una carriera stimolante nel settore sanitario, con buone prospettive lavorative sia in ambito pubblico che privato. Prepararsi adeguatamente al test di ammissione è il primo passo per intraprendere questo percorso professionale, indubbiamente ricco di soddisfazioni e prospettive lavorative, non solo in Italia ma anche all’estero.

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Stefano Olivieri
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Apparato riproduttore maschile: anatomia e funzioni

Nei test di ingresso a indirizzo biologico o medico (come Medicina o Professioni Sanitarie), viene richiesto spesso di conoscere i principali aspetti dell’apparato riproduttore maschile. Come vengono prodotti gli spermatozoi? Quali strutture anatomiche sono coinvolte nel loro sviluppo e nel trasporto verso l’esterno del corpo? In questo articolo verranno forniti i concetti fondamentali, evitando ogni sovrapposizione troppo diretta con i testi originali. Organizzazione dell’apparato riproduttore maschile L’apparato riproduttore maschile comprende le gonadi (i testicoli) e l’insieme dei dotti che veicolano gli spermatozoi all’esterno. I testicoli contengono principalmente due tipi di strutture: Tubuli seminiferi: al loro interno si formano gli spermatozoi. Cellule interstiziali: sono responsabili della secrezione di testosterone e altri androgeni. Il ruolo dello scroto I testicoli sono alloggiati nello scroto, una sacca esterna in cui la temperatura è solitamente inferiore di 2-4 °C rispetto a quella corporea. Questa condizione termica più bassa è fondamentale per la sopravvivenza e maturazione degli spermatozoi. Produzione e maturazione degli spermatozoi All’interno dei tubuli seminiferi, le cellule germinali maschili in evoluzione sono coadiuvate dalle cellule di Sertoli, che forniscono sostegno e nutrimento. Terminata la produzione iniziale, gli spermatozoi si trasferiscono nell’epididimo, un condotto lungo circa 5 cm dove si completa la maturazione e dove acquisiscono motilità. Durante l’eiaculazione, gli spermatozoi viaggiano lungo i dotti deferenti fino all’uretra, che attraversa il pene e sbocca all’esterno. Liquido seminale e ghiandole accessorie Nel tragitto verso l’esterno, gli spermatozoi si mescolano con secrezioni prodotte da diverse ghiandole, generando il liquido seminale: Vescicole seminali: producono un liquido contenente fruttosio, che fornisce energia agli spermatozoi. Prostata: rilascia una soluzione di natura basica, utile per contrastare l’ambiente acido del tratto genitale femminile. Ghiandole bulbouretrali: emettono piccole quantità di secrezione viscosa che lubrifica l’uretra prima dell’eiaculazione. Se gli spermatozoi non vengono espulsi, subiscono un processo di riassorbimento all’interno dei dotti. Regolazione ormonale Con la pubertà, l’ipotalamo inizia a secernere ormoni di rilascio che stimolano l’ipofisi a produrre FSH (ormone follicolo-stimolante) e LH (ormone luteinizzante): FSH: agisce sulle cellule di Sertoli, avviando e mantenendo la spermatogenesi. LH: agisce sulle cellule interstiziali, stimolando la produzione di testosterone. Il testosterone favorisce sia la maturazione sessuale sia la comparsa dei caratteri sessuali secondari. Negli adulti, la spermatogenesi si svolge con regolarità, producendo milioni di spermatozoi al giorno. Dove trovare la teoria necessarie per il TOLC Per consolidare la preparazione sui meccanismi della riproduzione umana e su numerosi altri argomenti fondamentali nei test di ammissione (Medicina, Veterinaria, Professioni Sanitarie, TOLC-I, TOLC-B, ecc.), affidati a TestBuddy, la piattaforma all-in-one progettata per ottimizzare lo studio. Con allenamenti personalizzati, simulazioni specifiche, un manuale digitale aggiornato e statistiche di performance, potrai identificare e colmare le lacune. In più, Buddy, l’assistente virtuale basato su intelligenza artificiale, fornisce risposte 24/7 e suggerimenti pratici per migliorare i risultati. Scegli il piano di abbonamento più adatto, sincronizza i tuoi progressi su più dispositivi e ottieni un supporto continuo via email o WhatsApp.

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Leo Fulvio Bacchilega
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Calore, Caloria ed Equivalenza con il Lavoro nei Test di Ingresso

Per molti test di ingresso in ambito scientifico è fondamentale comprendere il concetto di calore come forma di energia e i diversi modi in cui si può misurare. Cosa rappresenta esattamente il calore? Come si definisce la caloria? Qual è la relazione tra calore e lavoro in un processo di trasformazione energetica? In questo articolo verranno illustrate le informazioni essenziali, utili anche per i programmi di studio che prevedono calcoli e conversioni tra joule e calorie. Il calore come forma di energia Il calore si manifesta quando esiste un trasferimento di energia termica tra due o più corpi con temperature differenti. L’unità di misura del calore nel SI è il joule (J), ma in molti ambiti, in particolare per ciò che riguarda l’alimentazione, si utilizza la caloria (cal). La quantità di calore spesso viene indicata con il simbolo Q. La caloria e i suoi multipli Una caloria corrisponde all’energia necessaria per innalzare di 1 °C la temperatura di 1 grammo di acqua (ad esempio da 14,5 °C a 15,5 °C). Poiché capita di dover valutare quantità di calore su scale maggiori, si utilizza la chilocaloria (kcal), nota anche come grande caloria, che equivale a 1000 cal. Principio di equivalenza tra calore e lavoro In molti fenomeni reali, parte dell’energia meccanica si trasforma in calore, o viceversa. Il valore di questa conversione rimane costante, ed è stato identificato sperimentalmente da Joule. Si parla quindi di equivalente meccanico della caloria, che stabilisce che 1 cal vale 4,186 J. Questo principio rappresenta un riferimento importante: Conferma che il calore è effettivamente una forma di energia. Giustifica l’impiego del joule come unità di misura del calore nel Sistema Internazionale. Permette di convertire agevolmente i valori in cal in joule e viceversa, ad esempio: $$10 J≈104,186 cal=2,4 cal,10 cal=41,86 J.10 \,\text{J} \approx \frac{10}{4{,}186} \,\text{cal} = 2{,}4 \,\text{cal}$$ $$\quad 10 \,\text{cal} = 41{,}86 \,\text{J}.$$ Dove esercitarsi su fisica? Per approfondire la termodinamica e numerosi altri argomenti cruciali nei test di ammissione (Medicina, Professioni Sanitarie, TOLC-E, TOLC-I, ecc.), utilizza TestBuddy, la piattaforma all-in-one ideata per ottimizzare la preparazione. Accedi a allenamenti personalizzati, simulazioni complete, un manuale digitale sempre aggiornato e statistiche di performance che ti aiutano a individuare i tuoi punti deboli. Con Buddy, l’assistente virtuale basato sull’intelligenza artificiale, è possibile chiedere chiarimenti 24/7 e ottenere consigli mirati. Scegli il piano che preferisci, sincronizza i tuoi progressi su qualsiasi dispositivo e migliora passo dopo passo i risultati nei test.

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Equilibrio Termico e Calcolo della Temperatura nei Test d’Ingresso

Spesso, in vari test di ingresso (per esempio in ambito scientifico o medico), vengono proposti esercizi dove è necessario calcolare la temperatura di equilibrio termico fra due corpi posti a contatto. Come si determina la condizione di equilibrio? Quali formule sono necessarie quando i corpi hanno caratteristiche diverse oppure uguali? In questo articolo verranno approfondite tutte le nozioni fondamentali per affrontare in modo sistematico questo tipo di problema. Equilibrio termico e scambio di calore Quando due oggetti con temperature diverse, identificati con massa m1 e m2, calore specifico c1 e c2, e temperature iniziali T1 e T2, vengono messi a contatto, avviene un trasferimento di calore dal corpo più caldo a quello più freddo. Questo processo continua fino a raggiungere una temperatura di equilibrio Te. Il corpo inizialmente più caldo cede una quantità di calore pari a: $$ΔQ=m1⋅c1⋅(T1−Te).\Delta Q = m_1 \cdot c_1 \cdot (T_1 - T_e).$$ Il corpo più freddo assorbe una quantità di calore uguale e contraria: $$ΔQ=m2⋅c2⋅(Te−T2).\Delta Q = m_2 \cdot c_2 \cdot (T_e - T_2)$$. Poiché il calore ceduto dal primo corrisponde a quello assorbito dal secondo, si ha: $$m1⋅c1⋅(T1−Te)=m2⋅c2⋅(Te−T2).m_1 \cdot c_1 \cdot (T_1 - T_e) = m_2 \cdot c_2 \cdot (T_e - T_2).$$ Formula generale per la temperatura di equilibrio Riorganizzando i termini e risolvendo l’equazione rispetto a Te, si ottiene: $$Te=T1⋅m1⋅c1+T2⋅m2⋅c2m1⋅c1+m2⋅c2$$ $$T_e = \frac{T_1 \cdot m_1 \cdot c_1 + T_2 \cdot m_2 \cdot c_2}{m_1 \cdot c_1 + m_2 \cdot c_2}.$$ Questa relazione è valida per qualsiasi coppia di corpi con calori specifici diversi. Se invece i due oggetti hanno la stessa natura (quindi $$c_1 = c_2)$$, la formula si semplifica: $$Te=T1⋅m1+T2⋅m2m1+m2$$ $$T_e = \frac{T_1 \cdot m_1 + T_2 \cdot m_2}{m_1 + m_2}$$. Esempio con acqua e calore latente Quando un corpo passa di stato, è possibile dover considerare anche il calore latente. In molti esercizi, come il caso in cui si aggiunga ghiaccio all’acqua, occorre prima calcolare quanta energia viene sottratta al liquido caldo per sciogliere completamente il ghiaccio. Una volta completato il cambio di fase, si può applicare la formula per la temperatura di equilibrio termico tra le masse d’acqua. Calore latente di fusione (λf): indica l’energia richiesta per trasformare ghiaccio in acqua senza modificare la temperatura. Se la quantità di calore necessaria a sciogliere il ghiaccio viene sottratta all’acqua calda, la temperatura di quest’ultima si riduce di un valore che si può ricavare calcolando $$ΔT\Delta T = energia scambiata /(m⋅c)/ (m \cdot c).$$ Con la nuova temperatura della porzione di acqua raffreddata, si applica la formula dell’equilibrio tra la massa d’acqua risultante e la massa d’acqua iniziale (o la massa di ghiaccio fuso, se la situazione lo richiede). Come prepararsi teoricamente Per esercitarti sugli scambi di calore e su moltissimi altri argomenti fondamentali nei test di ammissione (Medicina, Professioni Sanitarie, TOLC-E, TOLC-I, TOLC-B ecc.), utilizza TestBuddy, la piattaforma all-in-one pensata per migliorare la preparazione e massimizzare i risultati. Accedi a allenamenti personalizzati, simulazioni mirate, un manuale digitale con tutto il programma ministeriale e statistiche di performance che ti aiutano a capire dove concentrarti. Sfrutta la presenza di Buddy, l’assistente virtuale con intelligenza artificiale, che ti offre soluzioni 24/7 e suggerimenti su misura. Potrai scegliere tra diversi piani di abbonamento, sincronizzare i tuoi progressi su più dispositivi e ricevere un supporto costante via email o WhatsApp.

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Effetto Joule: spiegazione ed esercizi per test di ingresso

Quando una corrente elettrica i attraversa un conduttore di resistenza R per un certo intervallo di tempo Δt, si genera un riscaldamento del conduttore dovuto alle collisioni degli elettroni con il reticolo cristallino del materiale. Questa energia dissipata, detta energia dissipata per effetto Joule (L), è pari a: $$L=ΔV⋅i⋅ΔtoppureL=R⋅i2⋅Δt.L = \Delta V \cdot i \cdot \Delta t \quad \text{oppure} \quad L = R \cdot i^2 \cdot \Delta t.$$ ΔV è la differenza di potenziale (in volt), i è l’intensità di corrente (in ampere), R è la resistenza (in ohm), Δt è il tempo (in secondi). La potenza dissipata (P) è il rapporto tra l’energia dissipata e il tempo: $$P=LΔt=ΔV⋅i=R⋅i2=ΔV2R.P = \frac{L}{\Delta t} = \Delta V \cdot i = R \cdot i^2 = \frac{\Delta V^2}{R}.$$ Se vuoi esprimere la quantità di calore Q in calorie, puoi convertire i joule sapendo che 1 cal = 4,186 J: $$Q=L  (in J)4,186.Q = \frac{L \;(\text{in J})}{4,186}.$$ Esempio 1: Lampadina di potenza diversa Problema: Una lampadina da 60 W è collegata a un generatore che fornisce 240 V. Calcola: L’intensità di corrente i che attraversa la lampadina. La resistenza R del filamento. Svolgimento: Calcolo della corrente La potenza P dissipata per effetto Joule è data da: $$P=ΔV⋅i.P = \Delta V \cdot i.$$ Da cui si ottiene: $$i=PΔV=60 W240 V=0,25 A.i = \frac{P}{\Delta V} = \frac{60 \,\text{W}}{240 \,\text{V}} = 0{,}25 \,\text{A}.$$ Calcolo della resistenza Sapendo che P=ΔV2RP = \frac{\Delta V^2}{R}, invertiamo la formula: $$R=ΔV2P=(240 V)260 W=5760060=960 Ω.R = \frac{\Delta V^2}{P} = \frac{(240 \,\text{V})^2}{60 \,\text{W}} = \frac{57600}{60} = 960 \,\Omega.$$ Risultato: L’intensità di corrente che attraversa la lampadina è 0,25 A. La resistenza del filamento è 960 Ω. Esempio 2: Energia dissipata in una resistenza Problema: Una resistenza di 5,0 Ω è collegata a una tensione costante di 12 V. La corrente scorre per 10 secondi. Determina: L’energia dissipata E in joule. Il calore prodotto Q in calorie. Svolgimento: Calcolo dell’energia dissipata Si può usare la formula: $$E=ΔV2R⋅Δt.E = \frac{\Delta V^2}{R} \cdot \Delta t.$$ Sostituiamo i valori: $$E=(12 V)25,0 Ω×10 s=1445×10=28,8×10=288 J.E = \frac{(12 \,\text{V})^2}{5{,}0 \,\Omega} \times 10 \,\text{s} = \frac{144}{5} \times 10 = 28{,}8 \times 10 = 288 \,\text{J}.$$ Conversione in calorie Se 1 cal = 4,186 J, allora: $$Q=E (in J)4,186=2884,186≈68,8 cal.Q = \frac{E \,(\text{in J})}{4,186} = \frac{288}{4,186} \approx 68{,}8 \,\text{cal}.$$ Risultato: L’energia dissipata per effetto Joule in 10 s è 288 J. Il calore sviluppato corrisponde a circa 68,8 cal. Osservazioni e Utilità La prima formula $$(L=R⋅i2⋅ΔtL = R \cdot i^2 \cdot \Delta t)$$ risulta comoda quando conosci la corrente e la resistenza. La seconda formula $$(L=ΔV⋅i⋅ΔtL = \Delta V \cdot i \cdot \Delta t)$$ è utile quando sono noti la differenza di potenziale e la corrente. La forma $$P=ΔV2RP = \frac{\Delta V^2}{R}$$ permette di ricavare la resistenza partendo da tensione e potenza. Questi esempi mostrano come l’effetto Joule si applichi sia a dispositivi domestici (es. lampadine) sia a resistori in circuiti di laboratorio, consentendo di calcolare l’energia trasformata in calore durante il passaggio di corrente.

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Leo Fulvio Bacchilega

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