Test Veterinaria 2022: Punteggio minimo per ateneo

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Tre anni fa, nel 2022, molte persone decisero di concorrere all’ammissione ai corsi di laurea in Veterinaria, basandosi sui TOLC dedicati a questo settore medico-veterinario. In quell’anno, la graduatoria nazionale nominativa venne pubblicata il 29 settembre e rese visibili i punteggi minimi necessari per accedere alle differenti università. In quel periodo, sapere quale fosse il punteggio dell’ultimo candidato immatricolato risultava essenziale per valutare le reali possibilità di entrare e iniziare il percorso professionale in campo veterinario.
Informazioni generali e posti disponibili
Nei TOLC Veterinaria 2022, i candidati dovevano confrontarsi con un nuovo formato di test, leggermente diverso dagli anni precedenti. L’aumento dei posti disponibili in alcune sedi e la differente difficoltà delle prove portarono a variazioni non trascurabili nel punteggio minimo finale. Questa soglia d’accesso indica il risultato del candidato posizionato all’ultimo posto utile per l’immatricolazione, in base ai posti disponibili in ciascun ateneo.
Lista dei punteggi minimi per Veterinaria 2022 dopo la graduatoria nominativa
Il 29 settembre 2022, i punteggi minimi per le principali sedi di Veterinaria risultarono essere i seguenti:
- Milano: 43,2 punti
- Padova: 43,3 punti
- Bologna: 40,9 punti
- Napoli: 38,4 punti
- Torino: 38,3 punti
- Bari: 37,1 punti
- Perugia: 37,3 punti
- Messina: 34,3 punti
- Sassari: 34,9 punti
Pochi giorni prima della pubblicazione nominativa, era stato annunciato un punteggio minimo di 35,6 punti. Con l’uscita della graduatoria nominale, il valore scese a 34,3 punti, ricalcolando le ultime posizioni utili all’ingresso. Questo cambiamento mostrò la fluidità del sistema di selezione e la possibilità di un decremento anche deciso a seguito degli scorrimenti.
Evoluzione del punteggio minimo a seguito degli scorrimenti
Nei mesi successivi, grazie a rinunce e nuove assegnazioni, il punteggio minimo per Veterinaria 2022 continuò a scendere fino a toccare i 30,50 punti. Questa soglia corrispondeva, all’epoca, alla posizione 1.597 nell’Università di Messina. Pertanto, chi si trovava con un punteggio inferiore ai dati iniziali poté comunque sperare di ricevere un posto nei corsi veterinari, sebbene in sedi dove la concorrenza risultava meno elevata.
Le previsioni fatte in quel periodo ipotizzavano, infatti, un ulteriore leggero abbassamento dovuto al numero di iscrizioni effettive e alla distribuzione delle preferenze. Nel 2022, l’esistenza di più posti disponibili rispetto agli anni precedenti e la struttura del test contribuirono a rendere i valori minimi più dinamici, innescando un calo ancora maggiore rispetto alle prime stime.
Fattori che determinarono il calo del punteggio minimo
- Aumento dei posti disponibili: alcuni atenei ampliarono i posti in Veterinaria, rendendo più alta la probabilità di accoglimento di un maggior numero di candidati.
- Struttura del test: l’adozione di nuovi format e la diversa distribuzione dei quesiti spinsero alcuni candidati a ottenere punteggi medi più alti o più bassi rispetto agli standard passati.
- Livello di preparazione: l’approccio più o meno approfondito di ciascun candidato influenzò la media complessiva, con possibili scostamenti sia verso l’alto sia verso il basso.
- Preferenze degli studenti: lo spostamento di molti candidati da atenei più competitivi ad altri con meno concorrenza modificò progressivamente il punteggio minimo nelle varie università.
Ulteriori aggiornamenti e vantaggi di pianificare lo studio
Nel 2022, chiunque volesse iniziare un corso di laurea in Veterinaria sapeva che il punteggio minimo era soltanto un riferimento iniziale. Con il procedere degli scorrimenti, il valore poteva ridursi di diversi punti, offrendo nuove opportunità d’accesso. Tuttavia, rimanere aggiornati sugli ultimi movimenti della graduatoria era cruciale per comprendere se le proprie chance di ammissione sarebbero migliorate.
Per affrontare i test in maniera adeguata, molti studenti all’epoca sceglievano di pianificare metodicamente lo studio con largo anticipo, valorizzando i settori scientifici di base (biologia, chimica, fisica, matematica, logica) e seguendo un programma che coprisse tutti gli argomenti del bando ministeriale.
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