Come diventare educatore professionale: requisiti, test e sbocchi

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Ti stai chiedendo quali passi seguire per intraprendere la carriera di educatore professionale, quali percorsi di laurea sono necessari, quali requisiti servono per l’iscrizione all’albo e in quali ambiti lavorativi questa professione trova applicazione?
Troverai qui informazioni utili su come accedere al corso di laurea, su come si articolano gli esami e sui possibili sbocchi occupazionali.
Percorso formativo e differenze
Chi desidera diventare educatore professionale deve conoscere la distinzione tra educatore professionale socio-sanitario e educatore professionale socio-pedagogico.
Il primo consegue la laurea in Educazione Professionale (classe L/SNT2), rientrante nell’elenco delle 22 professioni sanitarie riconosciute. Il secondo consegue invece la laurea in Scienze dell’educazione e della formazione (classe L-19).
Entrambe le figure operano in ambiti affini, ma l’approccio formativo si differenzia in base ai contesti di lavoro.
Per accedere a Educazione Professionale bisogna soddisfare il requisito del diploma di scuola secondaria.
Il corso di laurea triennale in Educazione Professionale è ad accesso programmato: ogni anno il Ministero stabilisce il numero di posti disponibili, indicato nel bando pubblico. Per l’anno accademico 2024, ad esempio, erano disponibili 828 posti distribuiti in varie sedi.
Accesso e test di ammissione
Per immatricolarsi al corso triennale in Educazione Professionale, occorre superare il test di Professioni Sanitarie, una prova con data unica nazionale ma contenuti definiti singolarmente dagli atenei seguendo le linee guida ministeriali.
Nel 2024, la prova si è svolta il 5 settembre, mentre la data per il 2025 non è ancora stata annunciata.
La struttura del test comprende di solito 60 domande a cui rispondere in un determinato tempo (spesso 100 minuti). La suddivisione dei quesiti prevede aree come competenze di logica, biologia, chimica, matematica e fisica.
Il punteggio varia in base alle risposte esatte, sbagliate o non date, secondo criteri stabiliti nel bando ministeriale.
Materie e tirocinio
La laurea triennale dura normalmente 3 anni (per un totale di 180 crediti). Il piano di studi include:
- Materie scientifiche, come biologia, anatomia, fisiologia.
- Materie psico-pedagogiche, come pedagogia speciale, psicologia sociale, antropologia culturale.
- Discpline clinico-assistenziali, come psichiatria, igiene, malattie infettive, metodi riabilitativi.
È obbligatorio svolgere un tirocinio professionalizzante fin dal primo anno. Questa esperienza pratica permette di applicare in contesti operativi le conoscenze apprese, collaborando con medici, psicologi, fisioterapisti e altri professionisti.
Al termine del terzo anno, si affronta l’esame di laurea che è abilitante per l’esercizio della professione.
Per svolgere attività come educatore professionale socio-sanitario è necessario inoltre iscriversi all’albo specifico istituito dal Decreto del 13 marzo 2018, gestito dalla Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP.
In aggiunta, è previsto l’obbligo di mantenere aggiornate le competenze attraverso la Formazione Continua in Medicina (ECM).
Ambiti di lavoro
Le persone seguite dall’educatore professionale possono presentare difficoltà di tipo psicosociale, mentale, fisico o essere in situazioni di dipendenza e di devianza. Sono frequenti gli interventi presso:
- Strutture riabilitative e specialistiche.
- Residenze sanitarie assistenziali.
- Cooperative sociali.
- Carceri, inclusi istituti minorili.
- Servizi dedicati a minori, anziani e persone con disabilità.
L’educatore coordina e partecipa a progetti educativi e riabilitativi, promuovendo il recupero e l’inserimento sociale dei soggetti in difficoltà.
Agisce spesso in équipe multi-disciplinari, collaborando con professionisti della riabilitazione e della sanità.
Retribuzione
Lo stipendio di un educatore professionale socio-sanitario varia in base al contratto (pubblico o privato), all’anzianità di servizio e alle responsabilità ricoperte. Una retribuzione iniziale si attesta di frequente tra i 1.200 e i 1.500 euro mensili netti. Possono esserci incrementi legati a straordinari, turni notturni e progetti specifici.
Chi sceglie la libera professione ha invece compensi definiti da accordi con enti e strutture.
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