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Medicina

Abolizione (o quasi) del Test di Medicina: Tutto quello che Devi Sapere sul 2025

1 min lettura

Cosa sta succedendo?

Negli ultimi mesi si parla moltissimo della presunta “abolizione” del test di Medicina a partire dall’anno accademico 2025/2026. In realtà, si tratterebbe più che altro di una riforma, che potrebbe introdurre un semestre di accesso libero, seguito comunque da una procedura di selezione. L’idea è dare a tutti la possibilità di iniziare a studiare alcune materie base e, in un secondo momento, stabilire chi potrà proseguire gli studi in Medicina, Odontoiatria o Veterinaria.

Oggi, per entrare a Medicina, esiste un numero chiuso fissato dal Ministero, con test d’ingresso (TOLC o simili). La riforma prevede un cambiamento sostanziale: non ci sarebbe più la selezione precedente all’immatricolazione, ma un primo semestre comune e un esame (o più di uno) di sbarramento al successivo. Questo non significa abolire del tutto il numero programmato, bensì posticipare la selezione.

I Disegni di Legge e gli scenari in gioco

Per capire meglio cosa ci aspetta, bisogna guardare ai Disegni di Legge (DDL) presentati in Senato e alla Camera:

  1. DDL che confermano il numero chiuso ma cambiano le regole del test

Alcuni propongono di rendere più equa la prova, modificando gli esami d’accesso o introducendo test nazionali senza cultura generale, puntando di più sulle materie scientifiche (Biologia, Chimica, Fisica, Anatomia).

  1. DDL che propongono il superamento del numero chiuso come finora conosciuto

In questo caso, si prevede un primo periodo (semestre o anno) aperto a tutti, con lezioni (anche online) e un successivo esame di sbarramento per entrare davvero al secondo semestre/anno di Medicina.

  1. DDL “ibridi”

Propongono un graduale aumento dei posti disponibili (fino a 25 mila, secondo alcune stime) e un mantenimento del numero chiuso, ma con più opportunità di entrare.

Alcuni, invece, vorrebbero un sistema di selezione basato sui crediti (CFU) e sulla media ottenuta in un primo anno comune.

Tutte queste proposte devono superare diversi passaggi parlamentari: approvazione al Senato, poi alla Camera, eventuali modifiche (emendamenti), nuovi voti e, infine, l’emanazione di decreti attuativi da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca.

Come funzionerebbe il “Semestre Libero”

L’ipotesi più concreta è che nel 2025 (o più probabilmente nel 2026) possa partire un semestre d’ingresso ad accesso libero. Ecco come potrebbe funzionare, in linea di massima:

  1. Iscrizione a Medicina, Odontoiatria o Veterinaria senza test iniziale, indicando però a un secondo corso “alternativo” come seconda preferenza (Biotecnologie, Scienze motorie, Farmacia, ecc. L’elenco dei corsi di laurea possibili non è ancora definito).
  2. Lezioni ed esami su materie fondamentali “caratterizzanti” (ad esempio Anatomia, Biologia, Chimica, Fisica medica), forse erogate anche a distanza o in modalità “blended learning” (ad esempio piattaforme digitali) per gestire l’alto numero di iscritti.
  3. Selezione e iscrizione in graduatoria nazionale dopo aver sostenuto i primi esami. Sarebbe quindi necessario:

-          Conseguire tutti i CFU del semestre

-          Posizionarsi in posizione utile

Chi passa continua a studiare Medicina (dal secondo semestre). Chi non passa può proseguire nel corso alternativo scelto inizialmente, senza perdere i CFU già ottenuti.

Nota importante: sebbene alcuni politici parlino di “abolizione del numero chiuso”, nella realtà resta una graduatoria a fine semestre, dunque una selezione in ingresso c’è comunque.

Criticità e dubbi ancora aperti

Non tutte le questioni sono chiare, per esempio:

  • Organizzazione e risorse: come si gestiranno 60-70 mila studenti iscritti al primo semestre senza test iniziale? Gli atenei avranno abbastanza aule, laboratori, docenti?
  • Valutazione e graduatorie: se la selezione si basa sugli esami fatti nei primi mesi, servirà un sistema di valutazione omogeneo in tutta Italia. Sarà un test nazionale? Ci saranno prove orali? Come evitare disparità e differenti modalità di valutazione tra atenei diversi?
  • Corsi telematici: alcune proposte prevedono lezioni online per gestire i grandi numeri, ma ci sono dubbi sulla qualità didattica delle università telematiche, specialmente per materie che necessitano esercitazioni pratiche come Anatomia;
  • Costi e finanziamenti: molte delle proposte di legge presentate non prevedono lo stanziamento di ulteriori risorse a carico dello Stato per aumentare il numero di docenti o per l’allestimento di nuovi. Questo rischia di gravare ulteriormente sul sistema universitario, che potrebbe dover fare i conti con tagli o fondi insufficienti.

A che punto è l’iter di approvazione?

Il testo unico (trasformato in Disegno di legge delega) ha già ottenuto un primo via libera in Commissione Istruzione al Senato, ma:

  1. Deve essere approvato dal Senato 
  2. In caso di approvazione, va all’esame della Camera, dove potrebbe essere ulteriormente emendato (cioè modificato).
  3. Solo dopo l’approvazione definitiva di entrambe le Camere, il Governo (nello specifico il Ministero dell’Università) dovrà emanare i decreti attuativi, che definiranno nel dettaglio come funzionerà il nuovo sistema.
  4. Da lì, ci vorranno mesi (forse un anno) prima che la riforma sia effettivamente operativa.

È possibile, dunque, che per il 2025 esista ancora una forma di test “transitorio” (o un TOLC modificato), se i tempi di approvazione si allungano troppo.

Cosa succederà quindi al Test di Medicina 2025?

  • Molti esperti ritengono che non ci sarà un “liberi tutti” immediato già nel 2025.
  • Probabilmente ci sarà un anno di passaggio con un test tradizionale (o un TOLC rivisto) poichè la riforma vera e propria richiede tempi tecnici di attuazione più lunghi.
  • La strada però sembra segnata: nel giro di uno o due anni si potrebbe arrivare a un primo semestre libero con esami-chiave e successiva graduatoria.

Come prepararsi fin da ora

Che si tratti di un test classico, di una prova intermedia su esami universitari o di un mix di entrambe le cose, le materie fondamentali non cambiano: Biologia, Chimica, Fisica, Anatomia restano centrali.

A prescindere dal modello finale, avere una base solida è essenziale per:

  • Superare con successo test nazionali o esami di sbarramento per l’iscrizione in graduatoria;
  • Conseguire votazioni alte negli esami di sbarramento del primo semestre (se questo modello diventerà realtà);
  • Dimostrare conoscenze scientifiche approfondite, utilissime anche per i corsi alternativi (Biotecnologie, Farmacia, ecc.).

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