Abolizione (o quasi) del Test di Medicina: Tutto quello che Devi Sapere sul 2025

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Cosa sta succedendo?
Negli ultimi mesi si parla moltissimo della presunta “abolizione” del test di Medicina a partire dall’anno accademico 2025/2026. In realtà, si tratterebbe più che altro di una riforma, che potrebbe introdurre un semestre di accesso libero, seguito comunque da una procedura di selezione. L’idea è dare a tutti la possibilità di iniziare a studiare alcune materie base e, in un secondo momento, stabilire chi potrà proseguire gli studi in Medicina, Odontoiatria o Veterinaria.
Oggi, per entrare a Medicina, esiste un numero chiuso fissato dal Ministero, con test d’ingresso (TOLC o simili). La riforma prevede un cambiamento sostanziale: non ci sarebbe più la selezione precedente all’immatricolazione, ma un primo semestre comune e un esame (o più di uno) di sbarramento al successivo. Questo non significa abolire del tutto il numero programmato, bensì posticipare la selezione.
I Disegni di Legge e gli scenari in gioco
Per capire meglio cosa ci aspetta, bisogna guardare ai Disegni di Legge (DDL) presentati in Senato e alla Camera:
- DDL che confermano il numero chiuso ma cambiano le regole del test
Alcuni propongono di rendere più equa la prova, modificando gli esami d’accesso o introducendo test nazionali senza cultura generale, puntando di più sulle materie scientifiche (Biologia, Chimica, Fisica, Anatomia).
- DDL che propongono il superamento del numero chiuso come finora conosciuto
In questo caso, si prevede un primo periodo (semestre o anno) aperto a tutti, con lezioni (anche online) e un successivo esame di sbarramento per entrare davvero al secondo semestre/anno di Medicina.
- DDL “ibridi”
Propongono un graduale aumento dei posti disponibili (fino a 25 mila, secondo alcune stime) e un mantenimento del numero chiuso, ma con più opportunità di entrare.
Alcuni, invece, vorrebbero un sistema di selezione basato sui crediti (CFU) e sulla media ottenuta in un primo anno comune.
Tutte queste proposte devono superare diversi passaggi parlamentari: approvazione al Senato, poi alla Camera, eventuali modifiche (emendamenti), nuovi voti e, infine, l’emanazione di decreti attuativi da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca.
Come funzionerebbe il “Semestre Libero”
L’ipotesi più concreta è che nel 2025 (o più probabilmente nel 2026) possa partire un semestre d’ingresso ad accesso libero. Ecco come potrebbe funzionare, in linea di massima:
- Iscrizione a Medicina, Odontoiatria o Veterinaria senza test iniziale, indicando però a un secondo corso “alternativo” come seconda preferenza (Biotecnologie, Scienze motorie, Farmacia, ecc. L’elenco dei corsi di laurea possibili non è ancora definito).
- Lezioni ed esami su materie fondamentali “caratterizzanti” (ad esempio Anatomia, Biologia, Chimica, Fisica medica), forse erogate anche a distanza o in modalità “blended learning” (ad esempio piattaforme digitali) per gestire l’alto numero di iscritti.
- Selezione e iscrizione in graduatoria nazionale dopo aver sostenuto i primi esami. Sarebbe quindi necessario:
- Conseguire tutti i CFU del semestre
- Posizionarsi in posizione utile
Chi passa continua a studiare Medicina (dal secondo semestre). Chi non passa può proseguire nel corso alternativo scelto inizialmente, senza perdere i CFU già ottenuti.
Nota importante: sebbene alcuni politici parlino di “abolizione del numero chiuso”, nella realtà resta una graduatoria a fine semestre, dunque una selezione in ingresso c’è comunque.
Criticità e dubbi ancora aperti
Non tutte le questioni sono chiare, per esempio:
- Organizzazione e risorse: come si gestiranno 60-70 mila studenti iscritti al primo semestre senza test iniziale? Gli atenei avranno abbastanza aule, laboratori, docenti?
- Valutazione e graduatorie: se la selezione si basa sugli esami fatti nei primi mesi, servirà un sistema di valutazione omogeneo in tutta Italia. Sarà un test nazionale? Ci saranno prove orali? Come evitare disparità e differenti modalità di valutazione tra atenei diversi?
- Corsi telematici: alcune proposte prevedono lezioni online per gestire i grandi numeri, ma ci sono dubbi sulla qualità didattica delle università telematiche, specialmente per materie che necessitano esercitazioni pratiche come Anatomia;
- Costi e finanziamenti: molte delle proposte di legge presentate non prevedono lo stanziamento di ulteriori risorse a carico dello Stato per aumentare il numero di docenti o per l’allestimento di nuovi. Questo rischia di gravare ulteriormente sul sistema universitario, che potrebbe dover fare i conti con tagli o fondi insufficienti.
A che punto è l’iter di approvazione?
Il testo unico (trasformato in Disegno di legge delega) ha già ottenuto un primo via libera in Commissione Istruzione al Senato, ma:
- Deve essere approvato dal Senato
- In caso di approvazione, va all’esame della Camera, dove potrebbe essere ulteriormente emendato (cioè modificato).
- Solo dopo l’approvazione definitiva di entrambe le Camere, il Governo (nello specifico il Ministero dell’Università) dovrà emanare i decreti attuativi, che definiranno nel dettaglio come funzionerà il nuovo sistema.
- Da lì, ci vorranno mesi (forse un anno) prima che la riforma sia effettivamente operativa.
È possibile, dunque, che per il 2025 esista ancora una forma di test “transitorio” (o un TOLC modificato), se i tempi di approvazione si allungano troppo.
Cosa succederà quindi al Test di Medicina 2025?
- Molti esperti ritengono che non ci sarà un “liberi tutti” immediato già nel 2025.
- Probabilmente ci sarà un anno di passaggio con un test tradizionale (o un TOLC rivisto) poichè la riforma vera e propria richiede tempi tecnici di attuazione più lunghi.
- La strada però sembra segnata: nel giro di uno o due anni si potrebbe arrivare a un primo semestre libero con esami-chiave e successiva graduatoria.
Come prepararsi fin da ora
Che si tratti di un test classico, di una prova intermedia su esami universitari o di un mix di entrambe le cose, le materie fondamentali non cambiano: Biologia, Chimica, Fisica, Anatomia restano centrali.
A prescindere dal modello finale, avere una base solida è essenziale per:
- Superare con successo test nazionali o esami di sbarramento per l’iscrizione in graduatoria;
- Conseguire votazioni alte negli esami di sbarramento del primo semestre (se questo modello diventerà realtà);
- Dimostrare conoscenze scientifiche approfondite, utilissime anche per i corsi alternativi (Biotecnologie, Farmacia, ecc.).
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