Disabilità e DSA: tutto quello che dobbiamo fare per sostenere l’esame di ammissione senza ostacoli
Oggi rispondiamo a chi si chiede: “Come dichiaro la mia disabilità o il mio DSA? Quali carte servono? Posso davvero avere più tempo per la prova? Dove trovo le regole ufficiali?”
Affrontiamo una per una queste domande, seguendo i passaggi fissati dal nuovo Decreto Ministeriale n. 418 del 30 maggio 2025 – la bussola che le università devono usare per garantirci pari opportunità.
Perché dichiarare subito la tua condizione
Il decreto ci chiede di segnalare la disabilità (invalidità ≥ 66 %) o il DSA già nella fase di iscrizione al “semestre filtro” sulla piattaforma Universitaly.
Inserire la spunta in quel form non è un atto burocratico sterile: attiva subito i canali interni dell’ateneo e assicura che, al momento degli esami, siano pronti ausili, aule dedicate e tempi aggiuntivi DM 418/2025, art. 5 c. 6.
Quali documenti presentare e quando
Serve la certificazione medica che attesti:
- per la disabilità, la condizione riconosciuta ai sensi dell’art. 3, comma 3, legge 104/1992;
- per il DSA, la diagnosi redatta secondo la legge 170/2010.
Il dossier va consegnato almeno 15 giorni prima del primo scritto.
Se il rinnovo è in corso capita dopo la scadenza dei tre anni per il DSA il decreto consente di svolgere la prova con riserva, integrando i fogli appena disponibili.
I nostri diritti durante le prove
Il principio guida è la pari opportunità: l’università deve organizzare gli esami “nel rispetto delle garanzie” previste per disabilità e DSA.
Ciò significa:
- spazi silenziosi, facilmente raggiungibili, con personale informato;
- accesso a strumenti compensativi approvati (calcolatrice parlante, mappe concettuali, sintesi vocale, videoingranditori);
- libertà di usare eventuali dispositivi medici personali.
Tempo extra: calcola e pretendi il tuo
Il decreto ribadisce le percentuali già note ma spesso applicate a macchia di leopardo:
- + 50 % sul tempo ordinario per chi rientra nella legge 104;
- + 30 % per chi ha diagnosi di DSA.
Se la prova standard dura 45 minuti, passiamo rispettivamente a 67 minuti 30″ o 58 minuti 30″.
In casi di DSA particolarmente gravi, l’ateneo può concedere ulteriori minuti o strumenti extra, purché tutto resti proporzionato e tracciato a verbale.
L’intervallo di 15 minuti fra una prova e l’altra scatta dopo la fine del tempo extra, non prima.
Strumenti compensativi e ambienti dedicati
Il pacchetto di supporto non si limita ai minuti in più.
Possiamo chiedere:
- computer con software di lettura o sintesi vocale;
- stampati in caratteri ingranditi o in Braille;
- sedie ergonomiche o postazioni regolabili, se prescritto;
- pausa aggiuntiva per terapie personalizzate.
Tutto va formalizzato nell’istanza all’ufficio disabilità / DSA dell’ateneo, allegando la prescrizione del medico specialista.
Se studi dall’estero
Chi risiede fuori Italia può presentare certificazioni straniere.
Il decreto impone che siano legalizzate (se serve) e accompagnate da traduzione giurata in italiano o inglese.
L’ateneo verifica l’equivalenza con i criteri nazionali: se sorgono dubbi, conviene inviare i documenti con largo anticipo per non restare scoperti nei giorni dell’esame.
Come trasformare queste regole in un allenamento sereno con TestBuddy
I passaggi burocratici sono chiari, ma la vera sfida è arrivare preparati al questionario a risposta multipla mentre gestiamo tempi diversi, calcolatrici vocali e cambi d’aula.
Ecco perché abbiamo progettato TestBuddy, un simulatore che replica il format ufficiale, tiene conto del tempo extra personalizzato e segnala all’istante dove rallentiamo, così possiamo lavorare su concentrazione ed efficienza senza ansia da cronometro.
Allenarsi in condizioni gemelle a quelle d’esame rende le procedure del decreto parte della nostra routine quotidiana: il giorno della prova non dovremo improvvisare, solo eseguire ciò che già conosciamo.