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Semestre filtro medicina: Disabilità e DSA guida completa

Leo Fulvio Bacchilega
3 min lettura
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Disabilità e DSA: tutto quello che dobbiamo fare per sostenere l’esame di ammissione senza ostacoli

Oggi rispondiamo a chi si chiede: “Come dichiaro la mia disabilità o il mio DSA? Quali carte servono? Posso davvero avere più tempo per la prova? Dove trovo le regole ufficiali?”

Affrontiamo una per una queste domande, seguendo i passaggi fissati dal nuovo Decreto Ministeriale n. 418 del 30 maggio 2025 – la bussola che le università devono usare per garantirci pari opportunità.

Perché dichiarare subito la tua condizione

Il decreto ci chiede di segnalare la disabilità (invalidità ≥ 66 %) o il DSA già nella fase di iscrizione al “semestre filtro” sulla piattaforma Universitaly.

Inserire la spunta in quel form non è un atto burocratico sterile: attiva subito i canali interni dell’ateneo e assicura che, al momento degli esami, siano pronti ausili, aule dedicate e tempi aggiuntivi DM 418/2025, art. 5 c. 6.

Quali documenti presentare e quando

Serve la certificazione medica che attesti:

  • per la disabilità, la condizione riconosciuta ai sensi dell’art. 3, comma 3, legge 104/1992;
  • per il DSA, la diagnosi redatta secondo la legge 170/2010.

Il dossier va consegnato almeno 15 giorni prima del primo scritto.

Se il rinnovo è in corso capita dopo la scadenza dei tre anni per il DSA il decreto consente di svolgere la prova con riserva, integrando i fogli appena disponibili.

I nostri diritti durante le prove

Il principio guida è la pari opportunità: l’università deve organizzare gli esami “nel rispetto delle garanzie” previste per disabilità e DSA.

Ciò significa:

  • spazi silenziosi, facilmente raggiungibili, con personale informato;
  • accesso a strumenti compensativi approvati (calcolatrice parlante, mappe concettuali, sintesi vocale, videoingranditori);
  • libertà di usare eventuali dispositivi medici personali.

Tempo extra: calcola e pretendi il tuo

Il decreto ribadisce le percentuali già note ma spesso applicate a macchia di leopardo:

  • + 50 % sul tempo ordinario per chi rientra nella legge 104;
  • + 30 % per chi ha diagnosi di DSA.

Se la prova standard dura 45 minuti, passiamo rispettivamente a 67 minuti 30″ o 58 minuti 30″.

In casi di DSA particolarmente gravi, l’ateneo può concedere ulteriori minuti o strumenti extra, purché tutto resti proporzionato e tracciato a verbale.

L’intervallo di 15 minuti fra una prova e l’altra scatta dopo la fine del tempo extra, non prima.

Strumenti compensativi e ambienti dedicati

Il pacchetto di supporto non si limita ai minuti in più.

Possiamo chiedere:

  • computer con software di lettura o sintesi vocale;
  • stampati in caratteri ingranditi o in Braille;
  • sedie ergonomiche o postazioni regolabili, se prescritto;
  • pausa aggiuntiva per terapie personalizzate.

Tutto va formalizzato nell’istanza all’ufficio disabilità / DSA dell’ateneo, allegando la prescrizione del medico specialista.

Se studi dall’estero

Chi risiede fuori Italia può presentare certificazioni straniere.

Il decreto impone che siano legalizzate (se serve) e accompagnate da traduzione giurata in italiano o inglese.

L’ateneo verifica l’equivalenza con i criteri nazionali: se sorgono dubbi, conviene inviare i documenti con largo anticipo per non restare scoperti nei giorni dell’esame.

Come trasformare queste regole in un allenamento sereno con TestBuddy

I passaggi burocratici sono chiari, ma la vera sfida è arrivare preparati al questionario a risposta multipla mentre gestiamo tempi diversi, calcolatrici vocali e cambi d’aula.

Ecco perché abbiamo progettato TestBuddy, un simulatore che replica il format ufficiale, tiene conto del tempo extra personalizzato e segnala all’istante dove rallentiamo, così possiamo lavorare su concentrazione ed efficienza senza ansia da cronometro.

Allenarsi in condizioni gemelle a quelle d’esame rende le procedure del decreto parte della nostra routine quotidiana: il giorno della prova non dovremo improvvisare, solo eseguire ciò che già conosciamo.

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