Errori di misura nei test di ingresso: come calcolare errore assoluto, relativo e percentuale

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Spesso, in diversi test di ingresso, è richiesta la capacità di riconoscere e classificare gli errori di misura, oltre a saper calcolare errore assoluto, errore relativo ed errore percentuale.
Queste nozioni sono fondamentali quando viene chiesto di identificare la precisione di uno strumento o di verificare se un valore misurato è affidabile.
Qui vediamo tutto ciò che serve per rispondere a domande di questo genere, chiarendo i concetti in modo semplice e con esempi pratici.
Errori di misura: definizione e caratteristiche
Misurare una grandezza fisica con precisione assoluta non è possibile. Qualunque procedura di misura introduce errori che si dividono principalmente in due categorie:
- Errori sistematici: derivano da difetti degli strumenti o dall’applicazione di leggi o formule non corrette. Sono sempre orientati nello stesso senso, cioè portano a sovrastimare o sottostimare in modo costante il valore effettivo.
- Errori accidentali: sono errori casuali legati all’uso pratico di uno strumento. Possono manifestarsi sia in eccesso sia in difetto, perché dipendono da situazioni imprevedibili (condizioni ambientali, minime variazioni nel posizionamento dello strumento e così via).
L’alterazione dello strumento, come potrebbe accadere con un metro deformato o un termometro non tarato, è un tipico caso di errore sistematico. Ogni misura effettuata con quello strumento risulterebbe errata sempre nella stessa direzione.
Errore assoluto, relativo e percentuale
Per una grandezza fisica x, spesso si effettua la misura più volte. Supponiamo di misurarla n volte, ottenendo valori . Se:
- è il valore massimo tra quelli misurati
- è il valore minimo
- M è la media aritmetica dei valori misurati
si possono definire:
- Errore assoluto e:
Indica la “forchetta” di incertezza attorno al valore medio, ossia quanto ci si allontana dal centro dei dati raccolti.
- Errore relativo :
Per capire quanto questo errore pesi sul valore misurato, si effettua una normalizzazione rispetto alla media.
- Errore percentuale :
Indica lo stesso valore dell’errore relativo, ma espresso in percentuale.
Valori più piccoli di errore relativo ed errore percentuale corrispondono a una misura più accurata.
Esempio pratico
Un gruppo di studenti vuole determinare la lunghezza di un banco di scuola usando un comune metro a nastro.
Ognuno esegue una misura cercando di stare attento alle procedure. I valori, espressi in centimetri, sono (esempio inventato con dati diversi da qualsiasi riferimento ufficiale):
118,5; 118,7; 118,2; 118,4; 118,6; 118,3; 118,7; 118,6
- Calcolo della media M:
- Calcolo die:
- Errore assoluto e:
- Errore relativo :
(dove M è il valore medio calcolato)
- Errore percentuale :
Se il valore medio M fosse, ad esempio, 118,5 cm, allora:
Ciò significa che la misura potrebbe essere scritta come:
e, per le valutazioni di accuratezza, l’errore relativo sarebbe all’incirca 0,0021 e l’errore percentuale attorno a 0,21%.
Come presentare i risultati
Quando si riporta la misura finale:
- È consigliato arrotondare in base al primo decimale influenzato dall’errore.
- Misura ed errore devono essere nella stessa unità di misura.
- È buona prassi indicare l’intervallo effettivo in cui potrebbe trovarsi il valore reale (ad esempio, da 118,25 cm a 118,75 cm).
Questi dettagli sono spesso richiesti nei test a domanda multipla: può venire proposta un’intera serie di misure e si chiede di identificare errore assoluto, errore relativo ed errore percentuale, oppure di riconoscere se un dato strumento è affetto da errore sistematico.
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