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Arma dei Carabinieri nei Concorsi: Storia, Funzioni e Dettagli Essenziali

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A street sign hanging from the side of a building

Spesso, negli esercizi a risposta multipla proposti nei test di ingresso di alcune facoltà o concorsi, viene richiesto di conoscere nel dettaglio come è nata e come si è evoluta l’Arma dei Carabinieri. Qui trovi una spiegazione completa e accessibile, pensata per chi desidera imparare in modo chiaro e immediato ciò che serve per rispondere correttamente alle domande più frequenti.

L’Arma dei Carabinieri e i compiti fondamentali

L’Arma dei Carabinieri è una forza armata che esercita anche funzioni di polizia. Questo significa che si occupa della difesa nazionale come parte integrante delle Forze Armate e, allo stesso tempo, di ordine pubblico, prevenzione e repressione dei reati su tutto il territorio italiano. Comprendere perché si definisce “Arma” e quali sono i suoi ruoli principali è un requisito spesso presente nei test, per cui è importante padroneggiare alcuni aspetti storici e organizzativi.

Origini e primi sviluppi

Nel 13 luglio 1814, per volere di Vittorio Emanuele I di Savoia, fu istituito un Corpo sul modello della gendarmeria francese, inizialmente chiamato Carabinieri Reali. Nei primi documenti ufficiali si chiarivano le funzioni di base, cioè polizia giudiziaria, ordine pubblico e compiti militari. Il primo comandante fu il Generale d’Armata Giuseppe Thaon di Revel di Sant’Andrea, mentre il personale venne selezionato accuratamente dall’Armata Sarda.

All’inizio, il numero di effettivi era piuttosto contenuto: si contavano 27 ufficiali e poco meno di 800 uomini tra sottufficiali e truppa. Gli ufficiali comprendevano vari gradi, dal colonnello ai sottotenenti, fino alla figura del quartiermastro, responsabile degli aspetti logistico-amministrativi. L’idea di fondo era quella di creare un reparto d’élite, con regole di arruolamento molto selettive: era necessario avere già un addestramento militare e possedere requisiti fisici e di istruzione non comuni per l’epoca.

Chi si candidava, infatti, doveva saper leggere e scrivere ed avere una statura non inferiore a una determinata soglia (allora 1,75 m), piuttosto alta per gli standard del periodo. Per fare un esempio pratico in chiave più recente, ancora oggi nelle procedure di reclutamento si valuta con attenzione la capacità di comprensione e la preparazione fisica, pur con parametri adattati alle normative vigenti.

Dalle prime imprese militari all’Unità d’Italia

Già nei primi anni dalla fondazione, i Carabinieri si misero in luce con azioni di cavalleria ritenute fondamentali in diverse campagne militari. Il ruolo di scorta al re e di difesa territoriale ne incrementò rapidamente il prestigio.

Con l’avvio dei moti risorgimentali, il Regno di Sardegna – e con esso i Carabinieri – si impegnò nelle lotte che portarono alla proclamazione del Regno d’Italia (marzo 1861). Il nuovo Stato richiedeva una presenza capillare delle forze di sicurezza, perciò l’originario Corpo dei Carabinieri fu ristrutturato in funzione delle crescenti esigenze demografiche e territoriali. Divenne una vera Arma nel 1873, qualifica che ancora oggi è un segno distintivo.

In quegli anni, un’operazione molto significativa fu la lotta al brigantaggio, specialmente nelle regioni meridionali, in cui i Carabinieri si guadagnarono il nome di Benemerita. Questo soprannome venne usato in Parlamento per sottolineare i meriti acquisiti nel contrasto a un fenomeno che minacciava la stabilità del neonato Regno d’Italia.

Cambiamenti e prove di coraggio nel XX secolo

I Carabinieri hanno partecipato attivamente a ogni conflitto in cui è stata coinvolta l’Italia, distinguendosi in maniera spesso eroica. Nel primo dopoguerra, l’Arma ottenne la medaglia d’oro al valor militare (5 giugno 1920). Durante la Seconda guerra mondiale, diversi militari sacrificarono la propria vita in operazioni di difesa della popolazione civile.

Un momento particolarmente drammatico fu l’episodio di Torre di Palidoro (23 settembre 1943), dove un vice brigadiere offrì la propria vita per salvare un gruppo di civili, e quello delle Fosse Ardeatine (24 marzo 1944), in cui caddero anche ufficiali e generali dell’Arma. Terminato il conflitto, con il referendum del 2 giugno 1946 l’Italia divenne Repubblica, e i Carabinieri persero il titolo di “Reali”, prendendo il nome definitivo di Arma dei Carabinieri.

Gli anni seguenti furono segnati da interventi in conflitti sociali, nel banditismo in alcune zone del Paese e nelle prime attività antiterrorismo. Con il passare del tempo si svilupparono nuovi reparti e si riorganizzò la presenza dei Carabinieri nei grandi centri urbani, introducendo mezzi motorizzati moderni e numeri di emergenza sempre più accessibili.

Negli anni Settanta, la fondazione del Nucleo speciale antiterrorismo dimostrò la volontà di contrastare il fenomeno terroristico di quegli anni in modo più efficace. Personaggi come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa seppero garantire risultati di rilievo, nonostante le significative perdite subite dall’Arma.

Impegno contro la criminalità organizzata

Il contrasto alle mafie divenne progressivamente uno degli impegni principali dell’Arma. Furono infatti i Carabinieri a svolgere investigazioni fondamentali, portando all’arresto di figure di spicco nelle principali organizzazioni criminali (mafia, camorra, ’ndrangheta). Dalla fine del 1990, il Raggruppamento Operativo Speciale (ROS), con sede a Roma, si occupa di attività investigative complesse, contro criminalità organizzata ed eversione.

Autonomia e missioni internazionali

Con la legge delega del 31 marzo 2000, n. 78, l’Arma dei Carabinieri è diventata forza armata autonoma, conquistando il diritto di avere un comandante generale proveniente dai propri ranghi. Questa nuova organizzazione ha permesso di rafforzare l’identità e la capacità di azione su tutto il territorio nazionale.

Oltre a operare internamente, l’Arma partecipa a missioni di pace e sicurezza all’estero, fin dall’epoca della spedizione in Crimea (1855). Oggi, con funzioni che vanno dal controllo del rispetto dei diritti umani all’addestramento di forze di polizia locali, i Carabinieri continuano a rappresentare un punto di riferimento per la cooperazione internazionale.

Aiuto alle popolazioni e valorizzazione civile

Un aspetto spesso richiesto nei test di ingresso riguarda le operazioni di soccorso che i Carabinieri svolgono in occasione di catastrofi naturali. Fin dalla metà del Novecento, si sono distinti nell’assistenza alle popolazioni colpite da alluvioni, terremoti o altre emergenze. Esemplare fu, per citarne uno diverso, il rapido impiego durante nevicate eccezionali che bloccarono alcune zone montane, con la distribuzione di viveri e medicinali agli abitanti più isolati. Sono attività che, insieme alla veste militare e di polizia, confermano il carattere multidisciplinare dell’Arma.

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