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Medicina

Ricorso o no? 4 domande per capire se ti conviene

Leo Fulvio Bacchilega
3 min lettura
brown wooden chess piece on brown book

Hai appena scoperto di non essere entrato a Medicina e stai digitando freneticamente “fare ricorso test medicina conviene?” o “quanto costa ricorso tar medicina” su Google?

Ti capisco: ci sono passato anch’io e so quanto sia facile perdersi tra cifre, sentenze e promesse lampo di studi legali.

In questo post, senza giri di parole, ti propongo quattro domande-chiave che puoi farti adesso per decidere se investire tempo e denaro in un ricorso vale davvero la candela.

1. Ho individuato un vizio concreto nella mia prova?

La storia dei ricorsi insegna una cosa: senza irregolarità documentabili il TAR oggi difficilmente apre le porte.

Funzionavano i maxi-ricorsi quando nel 2014 esplosero plichi manomessi e anonimato violato; oggi la linea dei giudici è più severa.

Domande stampate male, buste sigillate in ritardo, dati personali esposti sul banco: se nulla di tutto questo ti riguarda, la probabilità di vittoria scende parecchio.

2. Quanto sono distante dalla soglia di ammissione?

Gli avvocati lo dicono sottovoce ma lo sanno tutti: se sei rimasto di pochi punti fuori graduatoria, basta un quesito annullato o una correzione formale per farti salire.

Se invece hai 15-20 punti di gap, anche una sentenza favorevole potrebbe non bastare: il TAR non riscrive la classifica, la aggiusta.

Più sei vicino, più il ricorso diventa un investimento sensato.

3. Posso permettermi il costo (…e il tempo)?

Sul fronte spese, la forchetta è ampia: 2-4 mila euro per un ricorso individuale “su misura”, 200-500 euro se ti aggrega uno studio privato, fino ai 10 euro simbolici delle associazioni studentesche.

A questo va sommato il contributo unificato da circa 650 €. In media, negli ultimi anni solo il 3 % circa degli esclusi è rientrato via ricorso: un rischio d’impresa da valutare a mente fredda.

Ricorda anche i tempi: la sospensiva cautelare può arrivare in pochi mesi, ma la sentenza definitiva slitta spesso oltre l’anno accademico seguente.

Sei pronto a studiare “con riserva”, sapendo che tutto potrebbe saltare?

4. Qual è il mio piano B se il ricorso va storto?

Fare ricorso non ti esonera dall’avere un’alternativa: iscriversi a Biotecnologie per non perdere tempo, riprovare il test l’anno dopo, valutare un ateneo estero o una laurea affine.

Mettere nero su bianco un piano B riduce l’ansia, chiarisce quanto puoi “permetterti” un esito negativo e, paradossalmente, rende più lucida la decisione di tentare (o meno) il TAR.

In sintesi

Se riesci a rispondere “sì” a vizio concreto e punteggio vicino, e il tuo budget regge, il ricorso è una carta che può cambiarti la vita lo dimostrano le migliaia di studenti ammessi nel biennio 2014-16.

Se invece i “no” superano i “sì”, forse è il momento di concentrare energie sul prossimo test o su un percorso alternativo.

Qualunque scelta farai, l’importante è che sia informata, realistica e libera da illusioni-spot.

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